Cultura e Spettacolo

Mosca cede alla bellezza del Rinascimento veneziano

Come il rinascimento italiano, solo il rinascimento italiano. Anzi in questo caso veneziano. Una mostra evento a Mosca dedicata a Tiziano, Tintoretto e Veronese ha portato nella capitale russa 23 capolavori che mettono il visitatore a forte rischio di Sindrome di Stendhal. Una bellezza indescrivibile che scatena grandi emozioni. Il museo Pushkin, nonostante il periodo di grande concorrenza tra le mostre internazionali nell’aggiudicarsi i capolavori, è riuscito a organizzare un evento spettacolare che sarà accessibile sino al 20 agosto e che è stato permesso grazie all’enorme lavoro compiuto da Mondo Mostre e all’importante sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Mosca. Sia Marina Loshak, che dirige il Pushkin, sia il capo missione Cesare Maria Ragaglini non hanno mancato di sottolineare quanto sia stata decisiva anche la passione che la Russia continua a nutrire per il nostro Paese e la nostra cultura. Una passione giustamente premiata da una tale sfilata di tele: dalla “Salomè con la testa del Battista” di Tiziano a una mirabile e fresca di restauro “Susanna e i vecchioni” del Veronese fino al ben noto “Ritratto di Alessandro Farnese” di Tiziano, custodito generalmente a Capodimonte. E come direttore scientifico della mostra, Bernard Aikema, una rock star della storia dell’arte che ci spiega il profondo significato di tanta bellezza. “Si tratta di qualcosa di unico, perché riesce a collegare i tre grandi protagonisti della cultura veneziana del Cinquecento. I tre protagonisti che hanno fatto sì che la pittura veneziana sia un’entità a sé stante; è una grande scuola contraddistinta da colore e drammaticità chiaroscurale. Cosa che si trova per la prima volta in Tiziano, pittore cadorino che da giovane è venuto in Laguna e può essere considerato il primo pittore europeo, perché nella sua carriera ha lavorato non solo per committenti veneziani, ma anche stranieri come Filippo II e Carlo V. I grandi signori dei suoi tempi. Tiziano è una specie di padre fondatore e l idea della mostra è far vedere come dialoga con i suoi due grandi successori che sono Paolo Veronese e Jacopo Tintoretto”.

Pubblicato da
redazione