Nikolai Patrushev, presidente del Consiglio marittimo russo e assistente presidenziale, ha rilasciato dichiarazioni che pongono sotto accusa la NATO e i servizi speciali occidentali per il loro presunto coinvolgimento nell’incursione delle forze armate ucraine nella regione russa di Kursk. In un’intervista al quotidiano *Izvestia*, Patrushev ha affermato che “l’operazione nella regione di Kursk è stata pianificata con l’aiuto della NATO e dei servizi speciali occidentali”. Queste parole rafforzano la narrativa russa che vede l’Occidente direttamente coinvolto nel conflitto in Ucraina.
Secondo Patrushev, i Paesi membri della NATO hanno fornito all’Ucraina non solo armi e istruttori militari, ma continuano anche a condividere informazioni di intelligence e a coordinare le azioni delle autorità ucraine. Le dichiarazioni dei funzionari statunitensi che negano qualsiasi coinvolgimento negli eventi della regione di Kursk sono, a detta di Patrushev, false. “Gli Stati Uniti continuano a dire una cosa, ma fanno il contrario. Kiev non avrebbe rischiato di entrare in territorio russo senza la sua partecipazione e il suo immediato sostegno”, ha aggiunto. Patrushev ha inoltre sottolineato come l’Occidente abbia facilitato l’ascesa al potere di quella che definisce una “giunta criminale” in Ucraina, supportando i gruppi neonazisti e controllando le loro azioni sul campo. Le sue affermazioni mirano a giustificare l’operazione militare russa come una risposta a un’aggressione orchestrata dall’esterno, in particolare dagli Stati Uniti e dai loro alleati.
Nel frattempo, Kiev ha annunciato che le sue difese aeree hanno respinto con successo un attacco di droni lanciato dalla regione di Kursk. Secondo le autorità ucraine, non si registrano danni o vittime a seguito dell’attacco russo sulla capitale ucraina, come riportato dai media locali. Parallelamente, il Ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver distrutto cinque droni aerei e due marini ucraini che stavano tentando di avvicinarsi alla Crimea attraverso il Mar Nero. Tuttavia, i media ucraini riportano esplosioni in diverse città della penisola, con un incendio significativo segnalato vicino a Kerch. L’offensiva ucraina nella regione di Kursk, iniziata il 6 agosto, ha portato all’occupazione di Sudzha, una città chiave per il trasporto di gas russo verso l’Europa centrale. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che l’esercito ucraino ha preso il controllo di altre 82 località nella regione, coprendo un’area totale di 1.150 chilometri quadrati.
Zelensky ha inoltre annunciato l’istituzione di un comando militare a Sudzha, senza però specificarne le finalità. Il generale Oleksandr Syrsky ha confermato che è stato creato un ufficio amministrativo nella regione di Kursk per mantenere l’ordine e soddisfare i bisogni della popolazione locale, da cui la Russia ha evacuato oltre 120.000 persone. Questa incursione rappresenta l’operazione più significativa condotta dall’esercito ucraino in territorio russo dall’inizio del conflitto nel febbraio 2022, superando le aspettative degli analisti.
Sebbene gli obiettivi a lungo termine dell’Ucraina rimangano incerti, le autorità ucraine sembrano intenzionate a consolidare le posizioni conquistate e creare una “zona cuscinetto” per allontanare l’artiglieria russa dal confine ucraino. L’avanzata ucraina nella regione di Kursk, meno fortificata rispetto ad altre aree lungo il confine, ha messo in evidenza la vulnerabilità delle difese russe in questa zona. La rapida occupazione di Sudzha e l’instaurazione di un controllo effettivo hanno segnato un punto di svolta nel conflitto, sollevando interrogativi su come la Russia risponderà a questa crescente pressione militare sul suo territorio.