Mostafa Ayoubi, l’esperto-giornalista arabo controcorrente che piace a M5S

Mostafa Ayoubi, l’esperto-giornalista arabo controcorrente che piace a M5S
30 marzo 2017

“Non sono un militante di M5S, ma sono stato semplicemente invitato dal movimento a scrivere un articolo sul blog di Grillo sui conflitti in Medio Oriente dopo che evidentemente avevano letto alcuni miei articoli”. Così il giornalista Mostafa el Ayoubi, autore di un articolo, il terzo di dieci contributi di esperti che serviranno ad illustrare “Il Programma Esteri” dei pentastellati. Nato a Casablanca in Marocco, el Ayoubi da anni è caporedattore del magazine Confronti e blogger di Nigrizia. Nel suo breve articolo ospitato dal blog grillino, l’analista scrive che i conflitti in Siria come in Iraq, Libia e Yemen, sono dovuti sì a fattori interni, ma anche esterni e “sono legati alla politica coloniale di alcuni Paesi occidentali”. Il giornalista ha suggerito una “collaborazione”, anche militare con i governi mediorientali per fare fronte al terrorismo ed al problema dei migranti. Interpellato da askanews, el Ayoubi, premette subito di non essere un amico del regime siriano: “In diversi miei scritti, sono sempre stato critico nei confronti di Assad per la mancanza di democrazia”.

Sulla Siria, el Ayoubi, ha le idee chiare: “Io non so quali siano le intenzioni di M5S” se dovesse stare al governo, premette “certamente a Damasco c’è un regime non democratico, tuttavia se lo paragoniamo con i regimi in tutto il mondo arabo non esiste un confronto con Paesi come Egitto e Marocco per esempio per non dire delle monarchie del Golfo che non sanno cosa è la parola democrazia”. Anche riguardo l’Iran, principale alleato regionale del regime di Damasco, el Ayoubi ha una posizione controcorrente: “Credo che l’avversione all’Iran sia dipesa dal fatto che questo Paese dal ’79” dopo la rivoluzione islamica che ha deposto il regime dello Scià, “non fa parte della sfera d’influenza occidentale. E quindi attraverso la diplomazia ed i media si è diffusa un’idea assolutamente approssimativa sull’Iran”. L’analista ricorda quindi come “nel 1980 (gli occidentali) hanno mandato Saddam Hussein (il defunto dittatore iracheno) per fare una guerra di 8 anni: è stata una guerra imposta all’Iran e sostenuta dagli Stati Uniti e dall’Occidente nel suo insieme ed anche dall’Onu che non ha preso nessuna pozione riguardo a quel conflitto. Una guerra fatta per indebolire l’Iran”.

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E la campagna militare di Mosca lanciata nel settembre 2015 a sostegno di Assad? Per el Ayoubi, “l’intervento russo in Siria ha impedito la nascita di un Emirato Islamico succursale delle monarchie del Golfo”. Insomma, i conflitti in Siria e Yemen servono, secondo l’esperto, per “impedire all’Iran un’influenza a livello regionale ed alla Russia un ruolo crescente in Medio Oriente. Ruoli che potrebbero cambiare gli equilibri nella regione in particolare riguardo la questione palestinese”. In particolare il conflitto in Siria “ha un ruolo sostanzialmente funzionale per Israele” afferma el Ayoubi per il quale “non è un segreto il fatto che Israele ha chiuso un occhio su quello che facevano i jihadisti di al Nusra (al Qaida), non solo, ma come dimostrato da diversi video, alcuni jihadisti feriti sono stati curati in Israele”. Anche se non mette nel conto un ruolo di consulente in un eventuale futuro governo pentastellato, il giornalista che ama comunque confrontarsi, non lesina un suggerimento su come risolvere i problemi del Medio Oriente: “Penso che l’Europa deve avere autonomia di giudizio, ma purtroppo l’Ue in generale e l’Italia in particolare non hanno mai avuto una politica internazionale autonoma”.

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