Mostre: gli occhi di Sharbat, a Palermo cento scatti di McCurry

Mostre: gli occhi di Sharbat, a Palermo cento scatti di McCurry
14 ottobre 2016

Con gli occhi addosso. Quelli intensi, a esempio, di Sharbat Gula, la ragazza che ha fotografato nel campo profughi di Peshawar, in Pakistan, e che è diventata una icona assoluta della fotografia mondiale. Quegli occhi inseguono chi li guarda e anche chi li ha immortalati. Steve McCurry è uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea, punto di riferimento per un larghissimo pubblico che nelle sue fotografie riconosce un modo di guardare questo tempo. Cento scatti, cento volti, cento mondi: sono i protagonisti della mostra che si apre oggi alla Galleria d’arte moderna di Palermo, forse il meglio di una vasta produzione quasi quarantennale. Con le sue foto consente di attraversare le frontiere e di conoscere da vicino un mondo che è destinato a grandi cambiamenti. La mostra inizia infatti con una straordinaria serie di ritratti e si sviluppa tra immagini di guerra e di poesia, di sofferenza e di gioia, di stupore e di ironia. ‘Steve McCurry Icons’, organizzata da Civita in collaborazione con SudEst57, è un viaggio simbolico nel complesso universo di esperienze e di emozioni che caratterizza le sue immagini.

A partire dai suoi viaggi in India e poi in Afghanistan. “Questa emozionante mostra – dice la direttrice della Gam Antonella Purpura – è la prima di un programma del Museo sulla fotografia che prevede nei prossimi due anni altre due grandi esposizioni dedicate a Henri Cartier Bresson e a Ferdinando Scianna”. In una audioguida Steve McCurry racconta in prima persona molte delle foto esposte. In mostra viene proiettato un video di National Geographic dedicato alla lunga ricerca che ha consentito di ritrovare, 17 anni dopo “la ragazza afghana” ormai adulta. “Con le sue foto Steve McCurry ci pone a contatto con le etnie più lontane e con le condizioni sociali più disparate – afferma la curatrice Biba Giacchetti – mettendo in evidenza una condizione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi la cui fierezza afferma la medesima dignità”. “La fotografia negli ultimi anni in Italia ha cambiato passo – sostiene Alberto Rossetti, amministratore delegato di Civita Mostre, nel corso della presentazione alla stampa – e da cenerentola delle esposizioni è diventata un linguaggio espressivo molto apprezzato soprattutto dai giovani. Per questo motivo ogni venerdì abbiamo prolungato l’orario di apertura fino alle 22,30”.

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