“Questo mostro amore”, il programma di Control contro la violenza

11 febbraio 2019

“Questo mostro amore”. E’ il titolo del progetto promosso da Control che ha già coinvolto oltre 14mila studenti di 180 scuole di tutta Italia. Sì, perché l’amore, soprattutto tra adolescenti, può diventare un incubo personale, e tenuto segreto, che lascia ferite profonde e spesso difficilmente rimarginabili. Con fidanzatini che finiscono in un vortice di violenza fisica e verbale; ricatti affettivi che stravolgono, magari inconsapevolmente, la vita quotidiana; minacce e vessazioni diffuse attraverso i social network.

Come può accadere che l’amore si trasformi in un incubo di violenza? Lo spiega Valerie Moretti, psicopedagogista e direttrice scientifica del progetto: “E’ questa la grande domanda. L’amore può essere un mostro. Noi insegniamo ai ragazzi che quando l’amore si trasforma e diventa violento allora non diventa più amore, perché alla base dell’amore c’è il rispetto”. Qual è l’obiettivo dell’iniziativa? “Lo scopo – afferma Moretti – è promuovere un’educazione all’amore basata sul rispetto. Che i ragazzi comprendano che il rispetto passa attraverso le parole, i comportamenti, le azioni e ha sempre come obiettivo dare valore all’altro”.

Contro le relazioni amorose malate, Control propone un programma di educazione alla gestione delle emozioni attraverso incontri con gli esperti, materiale didattico e informativo e uno spettacolo teatrale sull’argomento. Coinvolti anche gli insegnanti, con un ‘quaderno operativo’ per aiutarli a diventare punto di riferimento degli studenti vittime di un rapporto amoroso violento. Secondo una recente ricerca Eurispes sul tema, ben quattro giovani su dieci non troncherebbero una relazione d’amore dopo un atto violento. “Molto spesso – ha proseguito la psicopedagogista – i ragazzi non sono in grado di riconoscere che l’atto è veramente violento, perché lo pensano come un atto occasionale e soprattutto molto spesso sono supportati da un sistema sociale che in parte prevede, ci può anche stare, che ci possa essere un atto violento, che sia verbale, fisico o emotivo”.

Tra i comportamenti più diffusi tra gli adolescenti, c’è il cosiddetto “ricatto emotivo”. Le cui vittime sono spesso più i ragazzi che le ragazze, contrariamente a quello che molti pensano. “Questo è un aspetto molto interessante – ha osservato Moretti – Tra gli adolescenti le ragazze sono estremamente violente proprio nel ricatto emotivo. Il ricatto emotivo di solito parte con un ‘se’: ‘Se mi ami veramente fai questa cosa per me, se non la fai significa che non mi ami’. Il ricatto emotivo porta un individuo ad utilizzare l’emozione dell’altro, per esempio l’amore, per fare ciò che lui desidera”.

Un’iniziativa che ha catturato l’interesse dei ragazzi. Parla Aurora: “In particolare, il tema della violenza non è stato toccato solamente in quanto violenza dell’uomo sulla donna, ma anche viceversa, che è un aspetto che non viene sempre valorizzato nel modo giusto, secondo me. Penso che sia estremamente importante sensibilizzare gli studenti, noi che siamo giovani, su questo tema”. “I feedback sono molto positivi – conclude l’esperta – I ragazzi molto spesso si fermano al termine delle conferenze e ci raccontano storie e condividere le loro emozioni, E spesso ci contattano su nostri canali social. noi diamo la possibilità di scriverci privatamente, noi rispondiamo, e i docenti spesso ci chiamano per raccontarci la loro emozione. Lo scorso settembre abbiamo fatto il primo corso e nel giro di due giorni più di cento docenti si sono iscritti”.

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