Mps lancia un’Ops su Mediobanca, governo plaude operazione “di mercato”

Giorgetti: “Il Governo ha dato fiducia al management che ha realizzato risultati eccezionali”. Un’operazione da 13,3 miliardi di euro

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Palazzo Salimbeni, sede centrale della Banca Monte dei Paschi di Siena

Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha annunciato una mossa a sorpresa destinata a scuotere il settore bancario italiano: un’Offerta Pubblica di Scambio (OPS) rivolta agli azionisti di Mediobanca, nota anche come Piazzetta Cuccia. L’operazione, carta contro carta, prevede un rapporto di scambio di 2,3 azioni Mps per ogni azione Mediobanca, con un prezzo implicito di 15,992 euro per azione. Questo rappresenta un premio del 5,03% rispetto al valore di chiusura della Borsa di giovedì scorso.

Un’operazione da 13,3 miliardi di euro

Il totale dell’operazione è stimato in 13,3 miliardi di euro, con l’obiettivo di completare la transazione entro il terzo trimestre del 2025. L’intento dichiarato è il delisting di Mediobanca, per favorire una piena integrazione e creare sinergie tra le due storiche banche. Tuttavia, la proposta è già stata bollata come “ostile” dal management di Mediobanca, guidato dall’amministratore delegato Alberto Nagel.

Le ragioni strategiche di Mps

L’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, ha definito l’iniziativa un’operazione di natura industriale, volta a consolidare il settore bancario italiano con un approccio innovativo. “Vogliamo creare valore da subito sia per gli azionisti di Mps che di Mediobanca, ma anche per l’intero sistema Paese”, ha dichiarato Lovaglio. L’obiettivo è costruire un nuovo campione nazionale, preservando e valorizzando i due marchi di eccellenza del panorama finanziario italiano.

Soci strategici e adesioni

L’OPS di Mps è condizionata all’adesione del 66,67% del capitale di Mediobanca. Tra i principali azionisti di Piazzetta Cuccia, Delfin, la holding degli eredi di Leonardo Del Vecchio, detiene il 19,81%, seguita da Francesco Gaetano Caltagirone (7,76%), Blackrock (4,23%) e Banca Mediolanum (3,49%). Delfin e Caltagirone, che possiedono rispettivamente il 9,7% e il 5% di Mps, sembrano essere a favore dell’operazione. Insieme, rappresentano oltre il 27% dell’azionariato di Mediobanca, un dato cruciale per il successo dell’OPS.

MPS prevede benefici tangibili per tutti gli stakeholder:

  • Azionisti: maggiore redditività, con un dividend pay-out fino al 100% dell’utile netto e sinergie industriali stimate in 700 milioni di euro l’anno.
  • Clienti: un’offerta ampliata di prodotti e servizi su misura per famiglie e imprese.
  • Dipendenti: opportunità di crescita professionale, con impatti occupazionali limitati.
  • Sistema Paese: un incremento della competitività del settore bancario italiano.

Nessun addio ai marchi storici

Lovaglio ha rassicurato che i marchi Mps e Mediobanca saranno preservati e valorizzati, mantenendo le loro competenze e il loro posizionamento unico. “Questa operazione ci permetterà di sfruttare appieno tutto il loro potenziale”, ha dichiarato.

L’OPS di Mps rappresenta una mossa audace e senza precedenti, destinata a ridefinire gli equilibri del settore bancario italiano. Se l’offerta dovesse andare a buon fine, potrebbe nascere un nuovo gigante finanziario, capace di affrontare le sfide di un mercato sempre più competitivo e globalizzato. Ora l’attenzione si sposta sugli azionisti di Mediobanca e sulla loro risposta a questa proposta ambiziosa.

Maggioranza di governo plaude

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha commentato l’iniziativa durante gli Stati Generali dell’Economia organizzati dalla Lega ad Arona (Novara), affermando: “Lo Stato non deve fare il banchiere: abbiamo risanato il Monte dei Paschi di Siena. Il Governo ha dato fiducia al management che ha realizzato risultati eccezionali, che ha un disegno e fatto una proposta di mercato. Se il mercato risponderà saremo contenti, se non risponderà ne prenderemo atto. È assolutamente lineare e totalmente trasparente nell’interesse dell’economia italiana.”

Il vicepremier Antonio Tajani ha ribadito la posizione del governo sul libero mercato: “Per quanto riguarda le vicende bancarie, noi siamo per il libero mercato: lo siamo stati per le operazioni passate e lo siamo per le operazioni di cui si parla oggi. Il sistema bancario italiano, che non ha la garanzia del Mes, deve rinforzarsi: è già un sistema bancario forte, però tutto ciò che grazie alle iniziative del libero mercato permette di rinforzare il sistema bancario va nella giusta direzione.”

Forza Italia, attraverso i suoi canali social, ha sottolineato l’importanza del libero mercato: “Noi siamo per il libero mercato, lo siamo stati per le operazioni passate e lo siamo per le operazioni di cui si parla oggi. Continuiamo a chiedere che lo Stato esca il prima possibile da Mps”. Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e vicesegretario della Lega, ha espresso un cauto ottimismo: “Mi sembra una grande operazione perché dà ancora più forza a un istituto di credito italiano. È presto per capire come andrà a finire e vedremo i dettagli, ma diciamo che non sono dispiaciuto”.

Dal fronte di Fratelli d’Italia, Marco Osnato, responsabile economico del partito e presidente della Commissione Finanze della Camera, ha definito l’OPS di Mps su Mediobanca come “un’operazione di sistema molto intelligente e molto proficua che può dare un consolidamento bancario molto importante per la nostra nazione.”

Tuttavia, non mancano le perplessità dalle opposizioni. Antonio Misiani del Pd ha richiesto maggiore trasparenza e chiarimenti: “Seguiremo con grande attenzione l’offerta di acquisto di Mps su Mediobanca, vogliamo capirne tutti gli obiettivi e le ricadute. Le operazioni di aggregazione rispondono all’interesse nazionale e vanno valutate positivamente se producono effetti positivi sotto il profilo industriale, occupazionale e finanziario, seguendo criteri di mercato. Non se diventano parte di un risiko dettato da logiche opache di potere e con un ruolo sempre più invasivo della politica”.

Benedetto Della Vedova di Più Europa ha sollevato una questione politica rilevante: “Il punto è che il Mef è il principale azionista di banca Mps, che venne salvata con soldi dei contribuenti. È evidente che Giorgetti non può non assumersi, in positivo o negativo, la responsabilità dell’operazione”. L’Amministratore Delegato di MPS, Luigi Lovaglio, ha confermato l’approvazione governativa durante una call con gli analisti, sottolineando la complementarità tra le due banche e la validità industriale dell’operazione. Questa mossa a sorpresa segna un nuovo capitolo nel panorama bancario italiano, con implicazioni che andranno monitorate nei prossimi mesi.