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Musetti vince titolo junior: “Successo dedicato alla famiglia”

A premiarlo c’era Ivan Lend. E quando è uscito dal campo ha incrociato Novak Djokovic, che aveva visto la finale junior in tv e si è complimentato con lui: “Mi ha detto che avevo vinto grazie ad una grande forza mentale”, racconta Musetti. Un ex numero uno, Lendl, e l’attuale numero uno: chissà che non sia beneaugurante. Intanto Lorenzo Musetti è il primo azzurrino a trionfare agli Australian Open. Di fronte c’era lo statunitense Emilio Nava, gran picchiatore, ma anche falloso di diritto. Il 16enne di Carrara, prima testa di serie, giocava la finale da favorito e questo non è sempre un vantaggio. Mantenere calma e lucidità nella immensa cornice della Rod Laver Arena non era semplice.

Lui ha superato il test alla grande: 4-6 6-2 7-6 (14-12) al termine di un tie break da brividi: tre match point falliti, uno cancellato al rivale, infine il trionfo al quarto tentativo. Gran talento, un tennis stilisticamente notevole e una mentalità già da professionista. “Dopo la finale agli US Open – dice – questo successo agli Australian Open è un’emozione fortissima, una grande soddisfazione che dedico alla mia famiglia, al mio staff e la federazione che mi sta aiutando molto nella crescita, sia economicamente che negli allenamenti. Posso usufruire sempre del centro tecnico. Non posso che ringraziare”. Allevato e cresciuto nell’ambito dei programmi federali, si allena spesso al centro tecnico di Tirrenia e delle sue qualità forgiate dal coach Giacomo Tartarini al Circolo Tennis Spezia si parla da anni. “La finale a New York era arrivata un po’ a sorpresa, mentre qui c’erano tante aspettative e non era facile confermarsi. Anzi addirittura fare meglio”.[irp]

Ripensa alla finale, alla Rod Laver Arena, uno degli stadi da tennis più grandi e prestigiosi del mondo. “L’aspetto più complicato a giocare in un campo del genere è che non ti rendi conto che a volte sei troppo lontano dalla riga di fondo campo. Ma è un’esperienza incredibile e poi c’era tanto pubblico a vederci”. Il momento più difficile nel secondo set, sotto di uno, quando sul 2-2 si è trovato 0-40 al turno di servizio. “Ho trovato un rovescio lungo linea un po’ fortunoso, poi ho recuperato e dal quel momento mi sono liberato, ho cominciato a crederci. Da lì è stata una lotta punto a punto e ne sono uscito vincitore. Lui serviva molto bene, ma sulla seconda cercavo di essere più aggressivo”. Grazie a un tie break da brividi: “Ho servito molto bene e proprio grazie a una prima ho annullato il match point sotto 12-11. Certo quel match point in mio favore sul 10-9 fallito con una seconda larga di un nulla mi poteva costare caro”.

Torna a casa con la coppa: definitivamente alle spalle finale persa qualche mese fa agli US Open junior. “A caldo non l’avevo presa bene, ma anche secondo me è stato un bene. Una sconfitta è sempre uno stimolo in più per fare meglio. E comunque, meglio perdere una partita oggi che quando conterà di più. Me l’hanno fatto notare in molti, ma ero giunto alla stessa conclusione. Non arriverei a definirlo un fatto positivo, ma non era successo nulla di grave”. Però salire sull’aereo che lo riporterà in Italia con il trofeo è decisamente meglio. “Ora mi godo il momento, è un sogno che si è avverato. Sono soddisfatto perché il lavoro fatto con il mio team sta dando i suoi frutti, il 2019 non poteva iniziare meglio. Ma questo deve essere un punto di partenza”. Anche perché il prossimo anno in qualità di vincitore del torneo junior potrà giocare le qualificazioni nel torneo dei grandi.

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redazione