Musumeci, il procuratore Salvi non dice come andarono i fatti

“Il signor procuratore non dice come sono andate le cose, la commemorazione non e’ stata fatta dal giovane Scinardo, ma dal presidente delle Camere Penali, dall’onorevole Burtone e dal presidente della commissione antimafia, cioe’ il sottoscritto”. Lo ha affermato il presidente della Commissione Antimafia siciliana, Nello Musumeci, durante l’audizione in Commissione Antimafia a Roma, con al centro la vicenda riguardante una commemorazione del giudice Falcone, nel paese di Militello val di Catania, affidata al parente di un boss mafioso, denunciata dall’allora Procuratore capo di Catania, Giovanni Salvi. Il presidente della consulta giovanile, Scinardo, parlo’ per due minuti per salutare la platea e per presentare gli ospiti, noi parlammo di piu’, circa venti minuti. La presenza del giovane Scinardo – ha dichiara Musumeci – non ha per nulla condizionato il mio intervento. Per la prima volta ho avuto il coraggio di dire che a Militello si fa uso di droga, quindi se c’e’ droga c’e’ mafia”.

E ancora. “Mi rendo conto che ci possa essere un problema di opportunita’, ma questa non riguarda la mia presenza, semmai quella del figlio di un mafioso alla guida di un organismo pubblico- ha aggiunto Musumeci – . Se non lo ha rimosso il sindaco, il prefetto, il procuratore, vuol dire che Scinardo puo’ dirigere quell’organismo. L’elezione mi ha sbalordito per certi aspetti del giovane Scinardo alla guida della consulta, le istituzioni dovevano verificare la opportunita’ politica. Forse si renderebbe necessario l’adozione di un codice etico, al di la’ dei diritti costituzionali, per l’assunzione di cariche di rilevanza pubblica. Io credo  – ha concluso Musumeci – di aver fatto solo il mio dovere, quello di predicare il vangelo fuori dal convento. Se avessi potuto farlo davanti a cento figli di mafiosi lo avrei fatto con maggior soddisfazione”.