Mafia, beni confiscati. Musumeci: “Molte ombre nella gestione”. Postiglione: impediremo che ritornino ai boss

S’è svolta l’audizione del direttore dell’Anbsc in commissione Antimafia del parlamento siciliano. di Giuseppe Novelli

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di Giuseppe Novelli

La gestione dei beni sequestrati alla mafia è stata al centro dell’audizione del prefetto Umberto Postiglione (foto), direttore dell’Anbsc (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita’ organizzata) in commissione Antimafia del parlamento siciliano. “Con Postiglione abbiamo affrontato il tema straordinario legato all’affidamento e alla gestione dei beni confiscati alla mafia in Sicilia ha detto il presidente della commissione Nello Musumeci -. Abbiamo evidenziato, in particolare, l’aspetto legato alla sorte dei lavoratori dipendenti delle aziende confiscate che non hanno la forza di restare sul mercato. Spesso si tratta di aziende fittizie. Insieme alla commissione lavoro, stiamo studiando una proposta congiunta, da sottoporre al Parlamento nazionale, per promuovere le tutele e ammortizzatori sociali e salvaguardare i lavoratori dipendenti delle aziende che chiudono perche’ confiscate alla mafia”.

AMMINISTRATORI GIUDIZIARI Altra questione sottoposta al prefetto “le denunce legate all’operato degli amministratori giudiziari; in un anno e mezzo abbiamo raccolto il grido di allarme di imprenditori, associazioni, che denunciano la persistenza e permanenza di molte ombre nella gestione di beni confiscati alla mafia”, ha sottolineato Musumeci.

DOSSIER Un vero e proprio dossier contenente le “ombre nella gestione dei beni confiscati alla mafia” e presunte “anomalie nelle amministrazioni giudiziarie” è stato preparato dalla Commissione parlamentare antimafia dell’Assemblea regionale siciliana. “In alcuni casi abbiamo ricevuto denunce di vere e proprie incompatibilità – ha annunciato Musumeci -. Situazione preoccupanti, in alcuni casi anche la eccessiva concentrazione di incarichi nelle mani di un solo amministratore, o il tentativo di favorire società riconducibili a parenti di amministratori giudiziari. Denunce allarmanti”. “Dopo avere completato le trascrizioni di queste denunce – ha concluso il presidente dell’Antimafia – naturalmente provvederemo a trasmettere il documento anche all’Autorità giudiziaria”.

POSTIGLIONE – Il prefetto, tra le altre cose, ha lanciato la proposta della vendita al Fondo immobiliare della Cassa Depositi e prestiti dei beni di pregio confiscati alla criminalità organizzata e con le risorse ricavate “finanziare a Palermo, a Napoli, a Bari e dove è necessario”, la “sistemazione di alloggi di superficie idonee per affrontare l’emergenza casa, assegnando gli alloggi a chi ne ha bisogno sulla base delle graduatorie già in mano ai comuni”. Prudenza, invece, ha manifestato su un possibile ritorno dei bni nelle mani dei mafiosi. “Sul rischio del ritorno dei beni confiscati ai mafiosi tutto puo’ succedere – ha detto Postiglione – pero’ oggi le organizzazioni criminali si sono imposte altri criteri per il reinvestimento delle risorse che ricavano. Il mafioso non si vuole mettere in evidenza tentando di ricomprare il bene, certo puo’ teoricamente farlo ma non abbiamo segnali in questa direzione. Se dovesse accadere interverremo per togliere l’assegnazione del bene a queste persone”.