Myanmar, migliaia tornano in strada contro il golpe. L’appello del Papa

7 febbraio 2021

Migliaia di persone hanno marciato per il secondo giorno a Yangon, la principale città di Myanmar, e altre migliaia sono scese in strada nel resto del Paese del Sud-Est asiatico per protestare contro il colpo di stato militare e chiedere la liberazione del premio Nobel Aung San Suu Kyi, incarcerata da lunedì scorso. È il secondo giorno di fila che la gente protesta. Immagini postate via Facebook, rara eccezione al blocco di internet ordinato dalla giunta militare, mostrano una folla in corteo, con palloncini rossi come il colore della Lega nazionale per il Partito della democrazia (NLD) di Suu Kyi, che scandisce slogan contro l’esercito: “Vogliamo la dittatura militare! Vogliamo la democrazia! “. Molti sventolavano bandiere del partito della leader incarcerata, le mani alzate nel saluto con le tre dita ispirato al film Hunger Games e già simbolo della protesta.

Papa Francesco dopo l’Angelus ha parlato della situazione in Myanmar, lanciando un appello alla responsabilità dei dirigenti del Paese, affinchè si arrivi ad una “armoniosa convivenza democratica”. “In questi giorni seguo con viva preoccupazione gli sviluppi della situazione nel Myanmar, Paese che dal tempo della mia vista apostolica nel 2017 porto nel cuore con tanto affetto. In un momento così delicato desidero assicurare vivamente la mia vicinanza spirituale, la mia preghiera e la mia solidarietà al popolo del Myanmar” , ha detto il Pontefice. “Prego perché chi ha responsabilità nel Paese si metta con sincera disponibilità a servizio del bene comune per promuovere la giustizia sociale e la stabilità nazionale per una convivenza democratica”.

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Intanto, in Myanmar le connessioni Internet sono state parzialmente ripristinate dopo essere state interrotte per diversi giorni a seguito del colpo di stato contro il governo civile di Aung San Suu Kyi, riferisce Netblock, ong che si occupa di monitoraggio della sicurezza della rete. Il blocco di Internet in vigore da giorni su ordine della giunta militare non è servito a frenare le proteste contro il colpo di stato che ha rovesciato la leader eletta Aung San Suu Kyi. “Ripristino parziale della connettività Internet confermato a #Myanmar dalle 14:00 ora locale su più provider a seguito del blackout delle informazioni”, ha comunicato il servizio di monitoraggio internet su Twitter.

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