A Napoli sono sette i candidati che si sfidano per conquistare la poltrona più importante di Palazzo San Giacomo. Un `combattimento` all`ultimo voto che vedrà la partecipazione di oltre mille aspiranti consiglieri comunali per 40 scranni da occupare in Consiglio, tra i quali molti sconosciuti, alla prima esperienza politica, e qualche volto noto. In totale sono 32 le liste che sostengono i sette contendenti che subentreranno a Luigi de Magistris, primo cittadino partenopeo per dieci anni. Il 3 e 4 ottobre, nei circa 900 seggi e una popolazione di quasi un milione di abitanti, gli elettori saranno più o meno 750mila. Gaetano Manfredi, 57enne ex rettore della Federico II e ministro dell`Università nel governo Conte bis, ha incassato il sostegno di 13 liste: Pd, Movimento 5 stelle, Leu, Europa Verde, formazioni di centrosinistra, e la lista `Azzurri per Napoli` che raccoglie moderati e scontenti del centrodestra, nonché esponenti di Italia Viva.
Punta a diventare sindaco anche il 49enne magistrato anticamorra in aspettativa, Catello Maresca, sul quale sono confluite forze del centrodestra anche se, prima la commissione prefettizia, poi il Tar e infine il Consiglio di Stato non hanno ammesso alla competizione elettorale quattro liste tra le quali `Prima Napoli`, che aveva al suo interno esponenti della Lega di Matteo Salvini, due civiche e una compagine animalista. L`ex sindaco di Napoli ed ex presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, a 74 anni aspira a tornare a governare la città alla guida di cinque liste, `Bassolino per Napoli`, `Con Napoli, Bassolino sindaco`, `Napoli è Napoli, Bassolino sindaco`, Azione di Carlo Calenda e lista Gay-Lgbt. Alessandra Clemente, per otto anni assessora dell`amministrazione guidata da de Magistris, è la 34enne figlia della vittima innocente di camorra Silvia Ruotolo ed è sostenuta da tre liste: Potere al Popolo, Civica 20-30 e `Alessandra Clemente sindaco`, in cui confluiscono esponenti di Rifondazione comunista e del Partito comunista italiano.
Ci sono poi Matteo Brambilla, consigliere comunale uscente ed ex aspirante sindaco del Movimento 5 stelle che si presenta con una lista unica, `Napoli movimento no alleanze`, nata dopo la polemica del gruppo di dissidenti del M5s contrario all’accordo dei pentastellati con il Pd per la scelta di puntare su un candidato univoco. Hanno presentato, infine, la propria candidatura a sindaco anche Giovanni Moscarella con il `Movimento 3V`, vicino alle posizioni no vax e no Green pass e Rossella Solombrino del `Movimento 24 agosto per l’equità territoriale` di Pino Aprile. La campagna elettorale è stata caratterizzata da pochi confronti pubblici tra gli sfidanti, ai quali non ha mai partecipato Manfredi, ma dai toni tutto sommato pacati. I contendenti hanno mantenuto un profilo basso nei confronti degli avversari e anche le poche provocazioni di Maresca verso l`ex rettore non sono state mai raccolte dall`interessato bloccando, di fatto, il motivo del contendere. In città si sono alternati voti noti della politica, segretari di partito e uomini di governo: quasi tutti per sostenere l`ex ministro dell`Università e della Ricerca.
Sulla prova di intesa Pd-Movimento 5 stelle ci sono, infatti, gli occhi puntati degli osservatori di settore, ma anche degli stessi leader politici. Nonostante tutti gli interessati abbiano, più volte, ribadito che le Amministrative non avranno peso sulla tenuta del governo, il voto di una città grande come Napoli farà, inevitabilmente, riflettere sul futuro dell`alleanza democratici-pentastellati non solo in ambito locale. E se, da un lato Manfredi ha ricevuto l’endorsement del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che gli ha garantito collaborazione e alleanza accompagnandolo anche in una passeggiata nel quartiere Chiaia, nelle ultime settimane ha fatto discutere l’assenza in città di Matteo Salvini che, una volta non ammessa al voto la lista di riferimento del Carroccio, non è più tornato a Napoli. Nodi da sciogliere anche per Alessandra Clemente che, nonostante sin dal primo momento abbia ottenuto il sostegno di de Magistris, non ha avuto l’appoggio di quasi nessuno degli ex deMa, il movimento che fa capo allo stesso sindaco uscente. Molti ex assessori e consiglieri hanno, infatti, scelto strade diverse optando per la corsa elettorale in direzioni differenti, dall’appoggio a Bassolino, alla candidatura tra i seguaci del Movimento 5 stelle oppure in liste vicine all’area deluchiana.
Differenti i modi di comunicare per i singoli aspiranti sindaco e anche le modalità che hanno optato per chiudere i giochi prima del silenzio elettorale di sabato, non sono state univoche. Antonio Bassolino, così come ha condotto tutta la sua campagna elettorale, è rimasto fedele al ‘vecchio stile’, con il comizio conclusivo in piazza del Gesù nuovo. Stessa piazza scelta da Alessandra Clemente che, la sera prima, ha voluto organizzare una `festa` con artisti e conduttori radiofonici. Per Manfredi due appuntamenti di fine competizione: a Scampia con il ministro del Lavoro del Pd, Andrea Orlando, e in piazza Dante con il leader del M5s, Giuseppe Conte, e il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio. Maresca, invece, ha deciso di chiudere questi mesi di propaganda mettendo in piedi un tour tra la gente che, dal centro della città, è arrivato alle periferie fino al comizio all`Arenile di Bagnoli, spiaggia che, il giorno prima, aveva accolto anche Manfredi. Rossella Solombrino ha chiuso, invece, la campagna elettorale presso un gazebo allestito in via Toledo con tutti gli aspiranti consiglieri comunali.
Dopo una lunga campagna elettorale, iniziata la scorsa primavera e protrattasi per tutta la caldissima estate, c`è chi sogna di tagliare il traguardo già al primo turno, chi di arrivare sicuramente al ballottaggio e chi di raccogliere molti consensi personali. Al di là delle personali aspettative, resta molto alto il pericolo astensionismo. Già nelle ultime competizioni elettorali, a Napoli, si era registrato un calo di affluenza alle urne. Si spera che l`emergenza Covid, ancora non del tutto superata, non aggravi la situazione. Askanews