Nel 2011 Silvio Berlusconi, allora presidente del Consiglio, “mostrò di comprendere responsabilmente la inevitabilità delle sue dimissioni”. Lo scrive lo stesso presidente emerito della Repubblica, in un messaggio inviato al convegno “Il governo Monti quattro anni dopo: quale rapporto tra tecnici e politica?”, organizzato dalla Luiss School of government. Allora, aggiunge, “avevo il dovere, come capo dello Stato, di interrogarmi sulle possibili vie di uscita da una situazione che tendeva a precipitare”. Sottolinea anche che interpretazioni in chiave “complottistica” del ruolo dello stesso Napolitano nella formazione del governo Monti sono “ridicolmente strumentali”. Napolitano scrive che tutti i passi “vennero da me compiuti nel più scrupoloso rispetto delle norme e delle prassi costituzionali e in un clima di seria, comune assunzione di responsabilità da parte del più ampio arco di partiti e gruppi parlamentari, come poi dimostrarono le votazionu sulla fiducia al governo Monti in entrambe le Camere”. In una situazione che si era fatta “via via sempre più drammatica per l’Italia”, ricorda l’ex capo dello Stato, dalle consultazioni era emersa “l’impossibilità di un accordo politico e di governo per la formazione di un nuovo esecutivo” e “non mi restò che rivolgermi a una personalità di competenza e di prestigio anche europeo, di assoluta indipendenza da qualsiasi parte politica”. “E’ la prima volta – conclude Napolitano – che torno su queste vicende per contribuire alla riflessione in una sede che so essere incontestabilmente seria e disinteressata. Non ho invece ritenuto degne di commento o di replica le presunte ricostruzioni in chiave ‘complottistica’ del periodo 2011-2013, che sono state messe in circolazione con dovizia di mezzi pur risultando grossolanamente manipolative e mistificatorie dei fatti realmente accaduti e palesemente, perfino ridicolmente, strumentali”.