Via libera unanime dell’Aula della Camera alla commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. Un voto che e’ stato accolto da un lungo applauso dell’Assemblea di Montecitorio. Con 376 si’, nessun voto contrario e la sola astensione di 54 deputati di Forza Italia, prende dunque il via la commissione che dovra’ “raccogliere gli elementi utili per chiarire tutte le responsabilita’ e le circostanze” che hanno portato alla morte del giovane ricercatore italiano, ucciso in Egitto tre anni fa. La commissione, inoltre, dovra’ “verificare fatti, atti e condotte commissive ed omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardo o difficolta’ all’accertamento giurisdizionale delle responsabilita’ relative alla morte di Giulio Regeni, anche al fine di valutare eventuali iniziative normative per superare, nel caso di specie e per il futuro, simili impedimenti, nonche’ per incrementare i livelli di protezione delle persone impegnate in progetti di studio e di ricerca all’estero, in funzione di prevenzione dei rischi per la loro sicurezza e incolumita’”.
Esprime grande soddisfazione il presidente della Camera, Roberto Fico, da sempre vicino alla famiglia Regeni nella ricerca della verita’. Durissima la posizione nei confronti dell’Egitto: finora sono state pronunciate “solo parole. Ma io le parole di Al Sisi non le ascolto piu’, ora servono i fatti”, ha scandito la terza carica dello Stato. La commissione di inchiesta vede la luce in tempi stretti, dopo un iniziale rallentamento dovuto alle diverse posizioni all’interno della maggioranza giallo-verde. L’accordo e’ stato poi raggiunto grazie alla mediazione tra M5s e Lega, intesa che ha portato a un ‘ridimensionamento’ dei tempi, del budget e soprattutto dei compiti stessi attribuiti all’organismo di inchiesta. La versione originaria del testo, a firma M5s, quanto ai compiti recitava infatti: “La Commissione ha il compito di accertare le responsabilita’ relative alla morte di Giulio Regeni nonche’ i moventi e le circostanze del suo assassinio”. L’articolo in questione ha subito delle modifiche anche durante l’esame dell’Aula, con l’approvazione di un emendamento riformulato di Forza Italia.
Per quel che riguarda le altre modifiche, la durata del lavoro della commissione passa dagli iniziali 18 mesi a 12, e lo stanziamento – a carico della Camera dei deputati – prevede un limite massimo di euro 80.000 per l’anno 2019 e di euro 60.000 per l’anno 2020, mentre la versione originale prevedeva per il 2020 una dotazione finanziaria di 100 mila euro. Modifiche a parte, e’ unanime la soddisfazione di Montecitorio per l’avvio dei lavori della commissione. Solo Forza Italia, pur non votando contro ma scegliendo l’astensione, non manca di esprimere alcune perplessita’: “vogliamo la verita’ su Regeni”, spiega Pierantonio Zanettin. Tuttavia, prosegue il deputato azzurro, “riteniamo che la commissione non sia lo strumento idoneo perche’ duplica il lavoro della magistratura. Siamo preoccupati, inoltre, per una eventuale rottura di rapporti tra Italia ed Egitto che resta un baluardo essenziale contro il terrorismo fondamentalista”. Sul punto, settimane or sono, il presidente Fico aveva avanzato l’ipotesi di interrompere i rapporti commerciali con lo stato nord africano per aumentare la pressione sulla ricerca della verita’.
Ipotesi che non e’ venuta meno, tanto che la terza carica dello Stato, rispondendo alle domande dei giornalisti, spiega: “Se ne sta occupando il governo, e senza dubbio anche il vicepremier Luigi Di Maio sta lavorando in questo senso”. Ma, sia chiaro, avverte il presidente della Camera, “lo Stato italiano e il Parlamento andranno avanti fino in fondo per ottenere la verita’ per un ragazzo, un nostro ragazzo, ucciso, torturato e sequestrato in Egitto e non ci fermeremo mai”, garantisce ribadendo: “Non possiamo lasciare impunito un barbaro omicidio che si e’ consumato sul suolo egiziano e di cui l’Egitto e’ responsabile. Per me le parole di Al Sisi non hanno alcun senso: devono seguire i fatti alle parole. Sono tre anni che ci sono solo parole” da parte dell’Egitto, “e io le parole non le ascolto neanche piu’, voglio i fatti”, conclude Fico che elogia il “coraggio, la fermezza e la sobrieta’” dei genitori di Giulio. “Non e’ stato facile ma ce l’abbiamo fatta”, esulta Laura Boldrini. “Oggi e’ una giornata storica”, le fa eco Erasmo Palazzotto di Leu, tra i primi promotori della commissione di inchiesta. “Siamo soddisfatti che il governo abbia accolto un nostro ordine del giorno che punta a far proseguire anche a livello governativo l’attivita’ diplomatica per accertare la verita’”, affermano i pentastellati. “Non ci daremo pace fino a quando non saranno individuati i responsabili. La Repubblica araba d’Egitto deve smettere di prenderci in giro”, dice Massimo Ungaro del Pd.