Nasce da Palermo il nuovo centrosinistra, Orlando: “Sarà la storia a dirlo”. E vola per la riconferma

ELEZIONI SINDACO L’ipotesi di grosse koalition con Alfano scatena l’ira della sinistra. Il progetto civico senza simboli del Professore

ORLANDO

Lancia un appello ai palermitani, ma parla ai partiti. Leoluca Orlando rompe il silenzio ed entra nel merito del progetto civico che intende costruire a sostegno della sua ri-candidatura  a sindaco a Palermo per la quinta e ultima volta, alle comunali di primavera. Il professore, che due domeniche fa ha aperto la campagna elettorale,  prende posizione netta. E ai partiti chiede “un passo indietro, per farne due in avanti insieme” in nome un progetto civico senza simboli, che condivida però “valori e visione” in continuità con l’esperienza, da lui tracciata nell’ultima sindacatura. Orlando si rivolge al Pd, che da giorni lavora a una coalizione di campo largo, in linea col governo di Matteo Renzi,  contro le destre e i Cinquestelle, da riproporre a Palermo sostenendo l’uscente Leoluca Orlando, nonostante  5 anni passati all’opposizione in città.

IL LISTONE E per superare l’imbarazzo di correre nella quinta città di Italia, senza il simbolo del partito, condizione posta da Orlando prima di avviare qualsiasi trattativa, i democratici e gli alleati hanno ipotizzato di presentare un listone, dove far confluire esponenti del Pd, dei centristi di Casini e di Ncd come a Roma e alla Regione. Ma l’ipotesi di grosse koalition, che  include il partito di Alfano, ha scatenato l’ira della sinistra, che non intende stringere alleanze con i transfughi di Forza Italia, soprattutto se per i Dem il “modello Palermo”, in nome di una crociata antigrillina, rappresenta una prova generale per le regionali d’autunno, in Sicilia.  “Non discutiamo del prossimo governo del mondo, dell’Europa, dell’Italia o della Sicilia – ha detto Orlando – qui discutiamo di Palermo, di un cambio culturale della città che intende continuare su questa strada.  Non ci saranno simboli di partiti, faccio un invito a fare un passo indietro per fare tutti insieme due passi in avanti”. “Il listone è la negazione di quello che stiamo dicendo. Il listone non deve indicare una coalizione, né regionale né nazionale. Il listone è una delle liste civiche come Sinistra Comune. Attendo di sapere chi ci sta e chi non ci sta. Io non ho partito, ne ho fatto uno, ma ne ho sfasciati tanti. La condizione è che non sia una lista con il bollo di partiti. Non ci sono partiti, ci sono persone”.  E sull’ipotesi che da Palermo possa rinascere il centrosinistra il professore dice: “Sarà la storia a dire se siamo gli ultimi dei Moicani o i profeti di un nuovo mondo. In questo momento sono candidato senza coalizione e senza liste” e ai grillini, parlando della sua esperienza di governo a Palermo, dice: “è la prova concreta che si può essere antisistema e di governo”.