La maggioranza del campione individua dopo i 25 anni l`età giusta per iniziare a effettuare esami di screening dell`infertilità (l`impossibilità di portare a termine la gravidanza con la nascita di un bambino sano) e sterilità (l`incapacità a concepire). Il 77,3% si dice favorevole all’attivazione di programmi regionali e nazionali per lo screening dell`infertilità delle donne, mentre è favorevole allo screening per gli uomini una percentuale ancora più alta e pari all`81,3%. I pazienti con problemi di infertilità sono seguiti in quasi la metà dei casi privatamente (46,6%), il 39,7% in strutture pubbliche e il 13,7% sia nel pubblico che nel privato. Quasi il 75% degli specialisti ritiene che le coppie con problemi di infertilità tendano a consultare più di uno specialista prima di affidarsi alle cure di quello scelto alla fine. Il 62% degli specialisti giudica i propri pazienti poco o per nulla informati sia sui problemi di infertilità e sterilità, sia sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita. I ginecologi, andrologi e urologi sono concordi nel sottolineare l`importanza della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita (89,3%). Ma evidenziano la presenza di rilevanti differenziazioni territoriali nell’applicazione della legge. L`88,7% dei medici sottolinea che non in tutte le regioni italiane è assicurato lo stesso livello di qualità nei trattamenti per la procreazione medicalmente assistita e che, nonostante le dichiarazioni di principio, non in tutte le regioni è assicurata la gratuità dell`accesso alle cure per la Pma (83,3%). In Italia il 54% dei centri in cui si può effettuare la Pma iscritti al registro nazionale sono privati, e la percentuale arriva al 69% al Sud. Il 76% degli specialisti è d`accordo con una revisione della legge 40/2004. L`aspetto che andrebbe modificato prima di tutto riguarda la possibilità di offrire effettivamente alle coppie la possibilità di accedere all’eterologa (60,5%).