Spetta all’Ucraina decidere quando ci sono le condizioni per partecipare ai negoziati dopo l’intervento armato della Russia. Lo ha sottolineato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, ribadendo la posizione invariata dell’alleanza atlantica dopo i commenti di questa settimana di un esponente di alto livello dell’alleanza atlantica. “Sono gli ucraini, e soltanto gli ucraini, che possono decidere quando ci sono le condizioni per i negoziati e che possono decidere al tavolo dei negoziati quale sia una soluzione accettabile”, ha detto Stoltenberg. Parlando durante una conferenza nella città di Arendal in Norvegia, ha aggiunto che il ruolo della Nato è quello di sostenere l’Ucraina.
La dichiarazione ha fatto seguito alle osservazioni del capo dello staff della Nato di Stoltenberg, Stian Jenssen, che due giorni fa ha affermato che l’Ucraina potrebbe alla fine cedere territori alla Russia come parte di un accordo per mettere fine alla guerra. Jenssen ha poi dichiarato di essersi pentito dei suoi commenti. “Il suo messaggio (di Jenssen), che è il mio messaggio principale, e che è il messaggio principale anche della Nato, è, in primo luogo, che la politica della Nato è invariata: sosteniamo l’Ucraina”, ha detto Stoltenberg.
Al vertice del mese scorso, la Nato ha dichiarato che estenderà all’Ucraina l’invito a entrare nell’alleanza militare quando “i membri saranno d’accordo e le condizioni saranno soddisfatte”, e che il Paese ha il diritto di scegliere il proprio percorso indipendentemente dalla Russia. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che, malgrado l’esito del vertice Nato di luglio sia stato positivo, sarebbe stato ideale se Kiev avesse ricevuto un vero e proprio invito ad aderire all’alleanza militare occidentale.
Sul fronte bellico, intanto, l’esercito ucraino ha riferito di avere abbattuto due elicotteri russi Ka-52 in mattinata. Un elicottero, secondo le forze armate ucraine, è stato abbattuto verso le ore 6.00 locali in direzione Bakhmut, il secondo verso le 7.40 del mattino nella regione di Zaporizhzhia. A sua volta, il ministero della Difesa russo ha riferito di aver abbattuto un drone d’attacco, con il quale le forze armate ucraine hanno cercato di attaccare la regione di Belgorod.
Intanto, per il capo della diplomazia ucraina, Dmytro Kuleba, ha rimarcato che non c’è nessuna pressione sulla controffensiva, portata avanti da giugno dall’esercito di Kiev che ha “l’obiettivo” di liberare tutta l’Ucraina, “non importa quanto tempo ci vorrà”. Il ministro ucraino, inoltre, ha dichiarato all’Afp che “finché non vinceremo, avremo bisogno di più (armi), dobbiamo andare avanti, perché la guerra è una realtà, e in quella realtà, dobbiamo vincere. Non c’è altra soluzione”. Kuleba, tuttavia, si è detto “un po’ irritato” da alcuni commenti. “L’approccio giusto per coloro che vogliono che sia veloce e brillante è unirsi alla Legione Straniera (ucraina) e farlo in modo rapido e brillante”, ha ribadito dopo che in questi giorni sono sorte numerose polemiche.
Da ultima quella relativa alle parole di un esponente della Nato, in merito all’Ucraina e al futuro di alcuni suoi territori. L’Ucraina ha dato “garanzie” che non utilizzerà armi fornite dagli occidentali sul territorio russo. “Il nostro obiettivo è la vittoria, la vittoria nella forma della liberazione dei nostri territori entro i confini del 1991. E non importa quanto tempo ci vorrà”, ha detto Kuleba in un’intervista, a proposito dell’estenuante controffensiva mirata a riconquistare i territori occupati da Mosca.
“Finché il popolo ucraino condividerà questo obiettivo, il governo ucraino andrà avanti di pari passo con il suo popolo”, ha aggiunto, pur ammettendo che “l’Ucraina sta pagando il prezzo più alto” per un conflitto che ha devastato molte regioni di questo Paese confinante con l’Unione Europea. In Ucraina “siamo tutti stanchi. Io sono stanco e tu sei stanco. Siamo tutti umani. Ma la posta in gioco è troppo alta per permettere alla fatica di determinare la natura delle nostre decisioni”, ha detto il ministro. Lanciata all’inizio di giugno, la controffensiva ucraina ha permesso di riconquistare piccoli centri, ma le truppe russe sono trincerate dietro solide linee. Secondo Kiev, sta procedendo a un ritmo più lento del previsto.
L’Ucraina non sarà in grado di ricevere aerei da combattimento F-16 dagli alleati nel prossimo autunno o inverno. Pertanto, è necessario rafforzare la sua difesa aerea altrimenti. Lo ha riportato ieri sera RBK-Ucraina con riferimento alla dichiarazione del portavoce dell’aeronautica delle forze armate ucraine Yuriy Ignat. “È già ovvio che non saremo in grado di proteggere l’Ucraina con aerei F-16 questo autunno e inverno”, ha sottolineato Ignat. “Tuttavia, comunque sia, la questione dell’addestramento del nostro personale (sia piloti che ingegneri) si è praticamente spostata da un posto all’altro. Comprendiamo che i nostri piloti saranno ancora addestrati nei paesi che sono membri della ‘coalizione dell’aviazione’ nel prossimo futuro, che ci forniscono questo supporto. Allo stesso tempo, è necessario rafforzare la nostra difesa aerea”, ha affermato Ignat.
Il 21 maggio, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha approvato l’addestramento degli ucraini sull’F-16. Volodymyr Zelensky ha assicurato che l’Ucraina non utilizzerà questi aerei per attaccare il territorio della Federazione Russa. Inoltre, il consigliere del Ministero della Difesa, Yuriy Sak, ha affermato che l’Ucraina spera di ricevere i primi moderni caccia F-16 americani nell’autunno del 2023. A luglio, il capo del ministero degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, ha annunciato che i primi caccia F-16 voleranno probabilmente nel cielo dell’Ucraina entro la fine di marzo 2024. Il 16 luglio, il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, ha affermato che gli Stati Uniti non ritarderanno l’addestramento dei piloti ucraini sui caccia F-16, Biden ha dato il suo ok ai paesi europei di iniziare l’addestramento. Il 22 luglio, Sullivan ha anche affermato che i piloti ucraini inizieranno l’addestramento sui caccia F-16 nelle prossime settimane.