Aleksey Navalny è ricercato in Russia dal 29 dicembre scorso e rischia l’arresto al suo rientro in patria, annunciato per domenica 17 gennaio. Vadim Kobzev, avvocato dell’oppositore russo che da mesi si trova in Germania – dove è arrivato il 22 agosto dopo il tentativo di avvelenamento subito in Siberia – ha confermato al quotidiano RBK che il suo assistito è ricercato per “essersi sottratto” ai controlli penitenziari imposti dalla condanna con sospensione di pena risalente al 2014. La condanna a 3,5 anni è stata emessa per un’intricata vicenda che ha visto Navalny accusato di frode nei confronti di due aziende francesi, tra cui una filiale del colosso della cosmesi Yves Rocher, e che sarebbe arrivata a termine il 30 dicembre 2020. In realtà, ha spiegato il legale, la pena doveva scadere a fine 2019, poi è stata allungata di un anno.
Quindi Navalny è ricercato dal giorno prima dell’estinzione del termine della condanna, fa notare l’avvocato. Nella disposizione del provvedimento viene citata “l`evasione del controllo da parte dell`ispettorato dell`applicazione penale”. Rossiyskaya Gazeta scrive che secondo il Servizio penitenziario federale l’ultimo controllo con gli ispettori risale al 23 novembre, quando il politico ha confermato di trovarsi in Germania per terapie riabilitative. Le tempistiche sono suggestive, da una parte e dall’altra. Ricercato prima della scadenza della pena, Navalny ha annunciato il rientro in Russia mercoledì, all’indomani della notizia – che lui stesso ha diffuso – della richiesta da parte del sistema penitenziario russo di convertire la pena sospesa in pena reale.
Il rimpatrio appare come una sfida aperta al sistema e a Vladimir Putin in persona, accusato da Navalny di essere dietro il tentativo di avvelenamento. Il presidente russo ostenta poco interesse per l’oppositore, non cita mai direttamente il nome di Navalny e ripete che non è abbastanza influente da rappresentare un problema, per cui non ci sono motivi per sospettare interessi delle autorità alla sua morte. Però non esiste una versione ufficiale articolata dei fatti che hanno provocato il coma dell’avvocato blogger su un aereo appena decollato dalla città siberiana di Tomsk, la scorsa estate. E Navalny diventa comunque un problema in vista delle importanti elezioni che si terranno in Russia a settembre per il rinnovo della Duma, la camera bassa del parlamento.
Oggi il quotidiano Nezavisimaya Gazeta, sempre tra le voci più libere in Russia, fa notare che “sarebbe un grosso errore del potere” l’arresto all’aeroporto domenica sera, “infatti Navalny vola in Russia per diventare da dissidente di nuovo il principale politico dell’opposizione”. Per l’arrivo allo scalo di Vnukovo domenica si stanno organizzando i sostenitori: ci saranno i principali collaboratori dell’avvocato-blogger e anche rappresentanti della sua ong anti-corruzione da fuori Mosca. Sui social collegati a Navalny alcune centinaia hanno aderito alla richiesta di andare all’aeroporto a “difendere” l’oppositore. I più ritengono tuttavia improbabile che venga arrestato subito. Il 29 gennaio un tribunale di Mosca deve decidere se convertire la condanna per il caso Yves Rocher da sospesa a reale.