di Carlantonio Solimene
La “fuga” dal Nuovo Centrodestra fa segnare altri due addii eccellenti. Ad annunciare lo strappo sono i romani Andrea Augello, senatore, e Vincenzo Piso, deputato, che a stretto giro rilasciano dichiarazioni in fotocopia: “Da giugno vado ripetendo che, una volta approvata la legge di stabilità e superata la cosiddetta fase emergenziale, se la prospettiva politica nel Nuovo centrodestra è ancora quella di fare un’alleanza organica con la sinistra, allora io me ne vado” spiega Augello. “Non posso rimanere in un partito dove tanti, a cominciare da un ministro come la Lorenzin, dicono che bisogna stringere un’alleanza elettorale e organica con la sinistra, che ci resto a fare?” continua. “L’obiettivo in questa fase – aggiunge Piso – è fare una federazione di centrodestra per poi dar vita il più rapidamente possibile a un nuovo soggetto politico. Io non andrò con Fi, nè con la Lega. Io, come Fitto e Tosi e tanti altri, dobbiamo ripartire per ricomporre il centrodestra, tutto qui”. I due prossimi fuoriusciti rifiutano il ragionamento “a corto respiro” che li vedrebbe già pronti a iscriversi ad altri gruppi. “Quello che va contrastato – spiega Augello a Il Tempo – è l’enorme frazionamento che sta vivendo il centrodestra, quindi non ci interessa in questo momento aderire a qualche partitino. Bensì ragionare su come poter ricreare un’aggregazione tra tutti coloro che negli ultimi anni hanno lasciato Forza Italia. È un progetto che non può risolversi in pochi giorni, ma questo è il momento di cominciare a pensarci, è il momento delle scelte chiare, di dire che noi non stiamo con Renzi”.
Il motivo è presto detto: le prossime elezioni comunali nelle grandi città: “Negli ultimi mesi – dice ancora Augello – la catena di errori commessa da Renzi e Orfini a Roma ha creano un “allineamento” di fattori irripetibile. Con le grandi città che vanno al voto, e in particolare con le elezioni nella Capitale, il centrodestra ha l’opportunità di congliere un successo che segnerebbe l’inizio della fine politica di Renzi. Per farlo, però, occorre cominciare a rimettere insieme i pezzi, magari con un diverso modello di aggregazione, un modello civico, che poi possa rappresentare la base su cui costruire il centrodestra anche a livello nazionale”. Con l’approvazione della legge di Stabilità, dunque, Augello e Piso considereranno chiusa quella fase di “emergenza” nazionale che li spinse ad aderire all’Ncd. “Io non sto facendo altro che rispettare quanto stabilito nel primo congresso da Alfano, quando fu sottolineato che l’alleanza con il Pd sarebbe stata temporanea. Non mi sono mosso dalle mie posizioni” conclude Augello. Al momento, quindi, è difficile ipotizzare quale sarà la collocazione “parlamentare” di Augello e Piso a fine anno. Quel che è certo è che in diversi, nei prossimi giorni, potrebbero seguire la loro strada.