Ncd verso scambio, sì a unioni civili per una poltrona ministeriale a Quagliariello

LA POLTRONA Fermento nel partito di Alfano. Giovanardi, Roccella, Binetti “duri” contro ddl Cirinnà

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Sì al ddl sulle unioni civili presentato dalla senatrice Pd Monica Cirinnà, in cambio di Gaetano Quagliariello ministro agli Affari regionali. Sembrerebbe essere questa la direzione in cui si sta avviando Ncd, il partito guidato da Angelino Alfano. Una scelta, sembrerebbe presa collegialmente dai vertici del partito, che non è piaciuta evidentemente agli integralisti, ai duri come Giovanardi, Roccella, Binetti che oggi – sicuramente non a caso – si sono scagliati contro il provvedimento messo a punto dalla senatrice Pd. Un modo, sembra di capire, per contestare quella che una parte dello schieramento centrista ritiene un vero e proprio sventolare bandiera bianca su un tema – quello della difesa della famiglia tradizionale e della contrarietà al simil-matrimonio per le coppie gay – che il Nuovo centrodestra aveva dichiarato a più riprese essere un punto fermo della propria azione politica.

Un cambio di posizione che potrebbe essere il segno di una chiara strategia politica ma che apre incognite sulla tenuta elettorale del partito. Di Quagliariello ministro (o di altri) non si parlava più da mesi, l’uscita del ministro Ncd Maurizio Lupi dal governo e la sua sostituzione non sembravano essere più temi all’attenzione di Renzi. Ecco allora, rendendosi conto forse delle difficoltà del partito – da alcuni considerato sempre più ai margini – il colpo di coda per tornare al centro della scena. Soprattutto in prospettiva della eventuale nascita del partito della Nazione renziano. Il ragionamento fatto all’interno di Ncd è stato molto semplice: se dobbiamo essere la stampella di Renzi cerchiamo, se mai ci sarà un futuro partito, di avere il nostro ruolo e il nostro peso.

Anche con un ministero senza portafoglio in sostituzione di uno di rilievo come quello delle Infratrutture. Arriverebbe quindi il sì alle unioni civili, fortemente volute dal premier. I dubbi però che questa mossa apre sulla tenuta del partito, sul suo radicarsi sul territorio sono altrettanto evidenti. Ncd non è ancora riuscito a svilupparsi come formazione politica vera e propria, con i suoi circoli (o sezioni), con i suoi congressi, le sue assemblee. I voti raccolti alle ultime elezioni è di tutta evidenza come siano arrivati dalle posizioni locali dei singoli candidati più che da un radicamento territoriale di Ncd.

Il problema che potrebbe quindi porsi di fronte ad un cambio di posizione sulle unioni civili è quello della reazione dell’elettorato. Come reagirà di fronte a quella che era considerata una bandiera del partito? Insomma il Nuovo centrodestra continua ad operare mosse che sembrano essere al di fuori dell’elettorato. Così può essere considerata l’iniziale contrarietà a Mattarella presidente, la decisione di Lupi – dietro forte sollecitazione del Pd e di Renzi – di lasciare la carica di ministro con l’eventuale sostituzione (sempre Ncd) in una casella non dello stesso rango, le indeterminatezze sul caso Azzolini.