Negato ricongiungimento di una coppia gay, Corte europea condanna l’Italia
LA SENTENZA Secondo i giudici le autorità italiane hanno violato due articoli della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo
La Corte europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato oggi l’Italia per non aver consentito il ricongiungimento familiare di una coppia gay, negando il permesso di soggiorno al compagno neozelandese di un cittadino italiano, Roberto Taddeucci. Secondo la Corte di Strasburgo, decidendo di trattare una coppia omosessuale negli stessi termini di una coppia eterosessuale non sposata, le autorità italiane hanno violato due articoli della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo – l’art. 14 che vieta le discriminazioni (in questo caso basata sull’orientamento sessuale) e l’art. 8, che impone il rispetto della vita privata e familiare – perché non hanno tenuto conto del fatto che Taddeucci e il suo compagno, Douglas McCall, non avrebbero potuto comunque ottenere lo status maritale a causa dell’impossibilità legale di sposarsi in Italia. Il ricorso alla Corte dei diritti umani era stato presentato il 15 settembre 2009. La sentenza è stata decisa con l’approvazione di sei giudici contro uno.