Le imprese sono il settore istituzionale che in misura superiore agli altri ha “tagliato” di piu’. Sempre nel periodo tra il 2007 e il 2015, la contrazione in termini reali degli investimenti e’ stata del 31,5%. Seguono le amministrazioni pubbliche (-28,2%), le famiglie consumatrici (-27,5%) e le societa’ finanziarie (-3,5%). L’Ufficio studi della Cgia ricorda che, posto pari a 100 il totale degli investimenti nominali presenti in Italia nel 2015, il 60% circa era riconducibile alle imprese e un altro 25% circa alle famiglie consumatrici. Se analizziamo quanto e’ successo negli ultimi decenni, ci accorgiamo che l’ammontare complessivo degli investimenti fissi lordi reali registrati l’anno scorso (258,8 miliardi di euro) e’ quasi lo stesso che avevamo nel 1995 (264,3 miliardi di euro). In buona sostanza siamo ritornati allo stesso livello di 20 anni fa. In prospettiva, pero’, le cose sembrano destinate a migliorare. Secondo quanto riportato nel Def 2016, quest’anno dovremmo registrare una crescita del 2,2%, nel 2017 del 2,5%, nel 2018 del 2,8% e nel 2019 del 2,5%. “Gli investimenti – sottolinea Paolo Zabeo della Cgia – sono una componente rilevante del Pil. Se non miglioriamo la qualita’ dei prodotti, dei servizi e dei nostri processi produttivi siamo destinati a impoverirci. Senza investimenti questo paese non ha futuro. Ricordo, altresi’, che le imprese contribuiscono per oltre il 60% del totale nazionale degli investimenti. Pertanto, ha fatto bene il governo nei giorni scorsi ha mettere a disposizione 40 miliardi di interventi in infrastrutture, ambiente e turismo e a inserire nell’ultima legge di Stabilita’ la possibilita’ per le aziende di ammortizzare al 140% gli acquisti dei nuovi beni strumentali.
Tuttavia rimane un problema. Affinche’ le imprese e i lavoratori autonomi possano sfruttare quest’ultima possibilita’, e’ necessario che le banche ritornino a erogare il credito. Altrimenti, le Pmi quali risorse utilizzeranno per investire visto che tradizionalmente sono sottocapitalizzate e a corto di liquidita’?”. Nonostante permangano molte difficolta’, il sistema Paese evidenzia qualche segnale di ripresa. Sebbene le variazioni siano ancora molto contenute, dall’inizio di quest’anno una buona parte degli indicatori sono preceduti dal segno positivo. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nei primi 6 mesi del 2016 l’occupazione segna un +1,3%o e nei primi 4 mesi di quest’anno il commercio al dettaglio ha registrato un +0,3%. La produzione industriale e’ salita dell’ 1,5%. I dati riferiti al primo trimestre, invece, ci dicono che il fatturato dei servizi e’ cresciuto dell’1,5%, gli investimenti dell’1,8%, i consumi delle famiglie dell’1,5% e il traffico autostradale dei veicoli pesanti del 4,9%. Bene anche il trend delle ore di cassa integrazione (Cigo+Cigs+Cig in deroga)che nei primi 6 mesi dell’anno e’ sceso del 6,5%. In controtendenza, invece, il fatturato dell’industria (-0,8% nel primi 5 mesi dell’anno), gli ordinativi (-2,5% sempre nei primi 5 mesi del 2016) e l’export (-0,4% nel primo trimestre).