Il dato positivo è quello sul tax credit: 125 dei 201 film prodotti in Italia hanno ottenuto almeno una forma di tax credit e aumentano i progetti e i Paesi interessati al tax creditinternazionale. Il dato fortemente negativo è quello della programmazione dei film italiani in Tv, specialmente sui canali Rai: nel 2014 sulle reti generaliste in prima serata sono stati programmati solo 62 film, di cui 45 su Canale 5. Per Nicola Borrelli, direttore generale per il Cinema del Mibact, il nostro cinema soffre per “la scarsa varietà di genere, la strozzatura nel sistema distributivo, il poco rapporto con le scuole, i modelli di business arretrati e un sistema televisivo non in linea con altri partner”, ma ha dei punti di forza: “una quota di mercato dei film nazionali e una quota di investimento pubblico importanti, un’elevata specializzazione nei reparti tecnici e una partecipazione e un riconoscimento ai festival molto importante”.
Per Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica, per risollevare le sorti del nostro cinema bisogna uscire dal tunnel delle commedie tutte uguali e puntare sull’unicità di un film, con ricerca e innovazione, “recuperando il cinema di genere, che riemerge con successo nelle nostre serie tv ma è assente nella cinematografia nazionale”.