I cittadini di religione musulmana potrebbero rappresentare l’11% della popolazione europea nei prossimi decenni, entro il 2050, rispetto all’attuale 5%, se i livelli di immigrazione legale resteranno stabili e la loro presenza continuerebbe a crescere anche se i flussi si arrestassero totalmente. Lo riporta lo studio del think tank americano Pew Research Center, dal titolo “La crescita della popolazione musulmana in Europa” che si basa su tre scenari, zero ingressi, flussi medi e livelli alti di migrazione. Lo studio mostra che anche se i flussi migratori verso l’Europa si fermassero totalmente e immediatamente la popolazione musulmana nei 28 stati membri Ue più la Norvegia e la Svizzera raggiungerebbe il 7,4%, dal 4,9% del 2016 per il flusso di migranti giunti da Paesi principalmente di religione islamica nel 2015-2016. L’aumento è legato alla fertilità più alta nella comunità musulmana che ha un’età media più giovane di 13 anni rispetto ai non musulmani.
Lo scenario di mezzo è basato su flussi di ingresso a livello precrisi 2015-2016: in questo caso la popolazione musulmana raddoppierebbe rispetto agli attuali livelli, toccando l’11,2% nel 2050. Il terzo modello è basato sull’ipotesi che il numero di rifugiati, per la maggior parte di religione islamica, continuino a entrare in Europa a ritmi simili a quelli del 2015 e del 2016. Secondo questo scenario i musulmani in Europa raggiungerebbero quota 14% della popolazione nel 2050. Secondo il think-tank sarebbero livelli “ancora considerevolmente più piccoli della popolazione sia di religione cristiana che atea”. Inoltre secondo lo studio se gli arrivi si fermassero immediatamente, la Francia manterrebbe il primato della comunità musulmana più ampia che nel 2016 contava già 5,7 milioni di musulmani, 8,8% della popolazione. Secondo lo scenario “medio” la Gran Bretagna supererebbe la Francia, mentre nello scenario con livelli alti di immigrazione la percentuale più alta passerebbe alla Germania, che negli ultimi due anni ha accolto 1,5 milioni di rifugiati.