Nel Def rispunta il ponte sullo Stretto, insorgono ambientalisti e consumatori

di Giuseppe Novelli

Si riaccendono i riflettori sulla costruzione del Ponte sullo Stretto. Un miliardo e 287 milioni di euro assegnati nel Def alla società Stretto di Messina Spa. Una misura di “eccezionale gravità”, secondo il capogruppo di Sel alla Camera, Arturo Scotto, che, in una interrogazione al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, chiede di “correggere” e insieme di “chiarire in via definitiva che questo governo non intende in alcun modo riaprire il dossier teso alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina”. Protesta anche il Movimento 5 Stelle: “Renzi – per Alberto Airola, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato – resuscita il ponte sullo Stretto di Messina e rottama se stesso quando il 3 ottobre 2012 in visita ai terremotati di Sulmona dichiarava: ‘Continuano a parlare dello Stretto di Messina, ma io ritengo che gli 8 mld a disposizione per questa opera dovrebbero essere dirottati sulla scuola pubblica per la realizzazione di nuovi edifici e per rendere più moderne e sicure’. Non occorre aggiungere altro sulla totale inaffidabilità di Renzi. Intanto con la rinascita del progetto del Ponte sullo Stretto (foto, un’elaborazione al computer), mafia e affaristi del cemento ringraziano”.

Per il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, “il rifinanziamento del ponte sullo stretto di Messina, previsto nella nota di variazione del Def con 1,3 miliardi di euro è uno schiaffo all’Italia che annega sotto il fango del dissesto idrogeologico. Mai avremmo potuto pensare che una simile opera potesse essere resuscitata grazie alla puntuale strategia del ministro Lupi di rottamare l’Italia. Il Ponte sullo Stretto di Messina, voluto da Berlusconi, ha un costo stimato di 8,5 miliardi di euro”. “Con gli 8,5 miliardi di euro del Ponte sullo Stretto – insiste Bonelli – si potrebbero realizzare 90 km di metropolitana o 621 Km di rete tranviaria, acquistare 3.273 tram e 23.000 autobus ecologici rivoluzionando il trasporto pubblico nelle nostre citta’ e affrontare finalmente il problema dei pendolari che vivono una situazione drammatica. Oppure affrontare il dramma dell’Italia che frana con un piano per la difesa del sul che potrebbe dare 200.000 posti di lavoro”.

Anche il il Codacons è pronto a fare battaglia. Per l’organizzazione dei consumatori, il governo deve fornire chiarimenti urgenti sullo stanziamento di quasi 1,3 miliardi di euro per il Ponte sullo stretto, o la Corte dei Conti sarà chiamata ad indagare sull’ennesimo caso di utilizzo “fantasioso” di soldi pubblici. “Da una parte il Premier Renzi pensa di trovare risorse ricorrendo all’aumento dell’Iva e delle accise sulla benzina inserendo clausole di salvaguardia che danneggiano pesantemente le famiglie, dall’altro sembra voler stanziare una cifra abnorme per un’opera dalla controversa utilità, che non migliorerà certo le condizioni economiche dei cittadini del sud Italia – afferma il Presidente Carlo Rienzi -. Ci aspettiamo una smentita urgente del Governo su tale finanziamento; in caso contrario sarà inevitabile un ricorso alla Corte dei Conti per fare luce sul corretto utilizzo dei soldi pubblici”.

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