Con Renzi a Rio per l’apertura delle olimpiadi brasiliane, la risposta è affidata allo stato maggiore Pd, a partire dai vicesegretari. “Il Pd, e lo ha ribadito in tutte le occasioni, non può essere neutrale rispetto ad una riforma che ha scritto, votato e difeso in Parlamento. Siamo inoltre assolutamente convinti che siano le riforme che aspetta da decenni il Paese”, afferma Debora Serracchiani. “Nel Pd il diritto al dissenso è garantito, ma non si può chiederci di avere un atteggiamento neutrale sul referendum. Il Pd è schierato per il sì a una riforma voluta, costruita, votata per cambiare in meglio l’architettura istituzionale del Paese”, aggiunge Lorenzo Guerini (foto home), ribadendo che comunque i parlamentari che si schierano per il no non saranno sanzionati. E se il renziano deputato e segretario toscano Dario Parrini parla di “pretestuosità eclatante” delle tesi di una minoranza che si comporta da “partito d’opposizione”, il capogruppo alla Camera Ettore Rosato definisce un “suicidio politico, solo per fare un dispetto a Renzi, votare no”. Dal ministro per le politiche agricole Maurizio Martina arriva un invito ad abbassare i toni: “Il mio sì convinto al referendum è per il Paese prima di tutto. Oltre le discussioni interne al Pd. Bisognerebbe evitare di piegare qualsiasi ragionamento a dibattito para congressuale”.