Nella Milano del coprifuoco irrompono i giovanissimi “casseur”
Negli scontri di ieri sera decine di minorenni italiani e stranieri
L’appuntamento di ieri sera a Milano per protestare contro i provvedimenti di governo e Regione Lombardia per arginare il Covid-19, è stato lanciato da alcuni ristoratori e titolari di palestre che fanno riferimento alla destra milanese, è stato veicolato sui social network e rilanciato in modo incontrollabile via WhatsApp e Telegram. In piazzale Loreto si sono così presentati anche soggetti che con la destra c’entrano poco o nulla: gruppetti di anarchici, ultras fascistoidi e soprattutto decine di minorenni senza arte né parte e tanti giovanissimi stranieri “calati” dalle periferie, in particolare dalla zona di via Padova. Tanto che dei 28 fermati ieri sera, poi denunciati e usciti dalla questura questa mattina, ben 13 sono minorenni e dieci sono stranieri di seconda generazione (maghrebini, latini e dell’Est Europa), diversi dei quali con piccoli precedenti penali alle spalle. Ragazzini mai scesi in piazza prima, emarginati, più frustrati e rabbiosi che politicizzati, sul modello dei “banlieusard” francesi e dei membri delle gang delle città inglesi.
Secondo gli investigatori, proprio questa inaspettata e massiccia presenza di giovanissimi “casseur”, avrebbe “sorpreso” i promotori dell’iniziativa che piano piano avrebbero abbandonato il corteo. Gli ultras più conosciuti (di sponda milanista ma soprattutto della Nord interista) si sono subito messi in disparte, arrivando persino a richiamare in modo energico alcuni ragazzi che si erano lasciati andare a dei vandalismi, mentre gli anarchici si sono ritagliati un posto in coda al corteo che, via via, si è mosso in modo sempre più rumoroso, disordinato e aggressivo. A vederli e a sentirne i pochi slogan, ieri sera, nella loro marcia senza bandiere e simboli politici tra corso Buenos Aires e le vie in zona stazione Centrale, l’impressione era quella di una rivolta e non di un manifestazione politica o sindacale. Nessuno slogan direttamente politico, nessuna scritta sui muri, nessuna auto distrutta, nessuna vetrina infranta ma petardi, bombe carta, sassi e bottiglie contro polizia, carabinieri e vigili urbani: quella rabbia ostentata che unisce “opposti estremisti”, teppisti, balordi e delinquenti.
Di certo c’è che la violenza esplosa ieri sera, che secondo gli investigatori sarebbe un’emulazione di quanto già avvenuto nelle altre città italiane, è utile a chi ha interesse nell’alzare da Sud a Nord la tensione e il livello dello scontro. Il tentativo è quello di strumentalizzare la rabbia e la disperazione di intere categorie produttive che rischiano di essere spazzate via dal Covid, cercando di provocare ed estendere la protesta sociale e colpire le Istituzioni. Le indagini della Digos proseguono ora per identificare e denunciare tutti i partecipanti al corteo non autorizzato di ieri, e in particolare chi si è reso responsabile degli episodi più gravi come il lancio della molotov contro un’auto di servizio dei vigili. Ma serviranno anche a chiarire se ci sia stata una sorta di regia (più o meno occulta) per portare in piazza, per la prima volta nella storia di Milano, questi giovanissimi “casseur”. La loro “discesa in campo” rappresenta un fatto del tutto nuovo che rischia di cambiare lo scenario classico della protesta di piazza, con dinamiche molto più imprevedibili e più difficilmente gestibili da parte di chi si occupa di ordine pubblico.