Un trentanovenne nero progressista, attuale sindaco di Tallahassee, Andrew Gillum, contro un coetaneo molto trumpiano, il deputato Ron DeSantis. La sfida per la carica di governatore della Florida sarà una delle più interessanti di novembre, quando al rinnovo della Camera e di un terzo del Senato si aggiungerà il voto per scegliere 36 governatori.
Una sfida che, più di altre, racconta dove sta andando l’America: da una parte, si tende a privilegiare candidati sempre più a sinistra, di ‘rottura’ con il vecchio establishment democratico; dall’altra, candidati sempre più vicini, nei modi e nei contenuti, al presidente Donald Trump e all’ala più conservatrice del partito repubblicano.
Gillum ha vinto a sorpresa le primarie democratiche contro la favorita Gwen Graham – ex deputata federale e figlia di Bob Graham, ex senatore e governatore della Florida – e l’ex sindaco di Miami Beach, Philip Levine, che ha investito quasi 30 milioni di dollari del suo patrimonio personale nella corsa elettorale.
“I miei rivali hanno speso, insieme, 90 milioni di dollari. Noi, quattro” ha detto Gillum. “Ma i soldi non votano. È la gente a farlo”. Se vincesse, sarebbe il primo governatore afroamericano della Florida, che da due decenni vota per i candidati repubblicani (Jeb Bush, Charlie Crist e Rick Scott); ha comunque già ottenuto il primato di primo afroamericano a conquistare la nomination per la carica di governatore della Florida.