La Commissione europea proporrà oggi un “meccanismo di trasparenza” con obbligo di notifiche preventive riguardo all’export in paesi terzi dei vaccini prodotti nell’Ue, che richiederà un’autorizzazione delle esportazioni da parte delle autorità doganali nazionali degli Stati membri, dopo un controllo da parte della stessa Commissione. Nel caso in cui le esportazioni previste non sono coerenti con i “Contratti di fornitura anticipata” dei vaccini firmati dall’Ue con le case farmaceutiche produttrici, gli Stati membri potranno negare l’autorizzazione.
I dettagli e le condizioni di applicazione della misura, che dovrebbe essere varata sotto forma di regolamento Ue, con entrata in vigore immediatamente dopo l’approvazione, sono in discussione in queste ore, e non è ancora chiaro quale sarà precisamente il ruolo della Commissione; fonti comunitarie qualificate ne hanno spiegato tuttavia le caratteristiche principali ieri pomeriggio a Bruxelles, sottolineando che l’eventuale blocco di certe esportazioni sarebbe una “extrema ratio”. La misura, hanno spiegato le fonti, non ha lo scopo di bloccare le esportazioni, ma mira a garantire la trasparenza, il rispetto dei contratti Ue con le case farmaceutiche e la consegna dei vaccini previsti nei contratti stessi agli Stati membri, per procedere senza ritardi nei piani di vaccinazione della popolazione. Contrariamente a quanto annunciato in precedenza dai portavoce della Commissione, il dispositivo è simile alle misure Ue che erano state prese in primavera per bloccare le esportazioni fuori dall’Ue di materiale medico e di protezione sanitaria personale anti Covid (e anche per prevenire misure simili d’emergenza prese a livello nazionale dagli Stati membri, in contrasto con il principio di solidarietà dell’Ue).
Gli esportatori degli Stati membri dovranno notificare alle autorità nazionali competenti le informazioni sui vaccini che intendono esportare, la loro provenienza e la loro destinazione, e dovranno attendere il via libera delle stesse autorità prima di procedere con le spedizioni. Il processo di autorizzazione dovrebbe essere molto rapido, e concluso in poche ore, “diciamo entro 24 ore dalla notifica”, hanno indicato le fonti. Il meccanismo dovrebbe essere di durata limitata, probabilmente fino alla fine del primo trimestre di quest’anno, il periodo più difficile per il reperimento delle dosi necessarie ad attuare i piani di vaccinazione degli Stati membri. Successivamente, la quantità di vaccini prodotti e la disponibilità dei nuovi vaccini che si prevede siano autorizzati all’immissione sul mercato, dopo il via libera dell’Ema (l’Agenzia europea per le medicine) dovrebbero rendere la misura meno urgente. Dovrebbe essere prevista comunque, in caso di necessità, la possibilità di un rinnovo del dispositivo, sempre di durata limitata.