APERTURA

Netanyahu alla Casa Bianca: armi, tensioni e una tregua in bilico

Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, ha varcato la soglia della Casa Bianca per un faccia a faccia con Donald Trump. Un incontro che, tra sorrisi di circostanza e strette di mano, nascondeva un’agenda carica di tensioni: dalla fragile tregua a Gaza alla minaccia nucleare iraniana, passando per le pressioni dell’estrema destra israeliana sul governo Netanyahu. Un vertice che prometteva molto, ma che rischia di lasciare più domande che risposte.

Trump stende il tappeto rosso (e un miliardo in armi)

“Netanyahu è un grande leader, ha fatto un ottimo lavoro”, ha esordito Trump nello Studio Ovale, accogliendo l’alleato israeliano con toni cordiali. Ma dietro le parole di circostanza, il presidente americano ha fatto ben di più: ha messo sul piatto un pacchetto di aiuti militari da un miliardo di dollari, con 4.700 bombe e bulldozer blindati Caterpillar destinati a Tel Aviv. Un regalo non da poco, che arriva in un momento delicato per Israele, stretto tra la guerra a Gaza e le pressioni interne della frangia ultranazionalista.

L’Iran nel mirino

Il tema Iran ha dominato la scena. Trump ha firmato un ordine esecutivo per intensificare la pressione sul regime di Teheran, con l’obiettivo di bloccare qualsiasi ambizione nucleare. “È una misura dura, ma necessaria”, ha spiegato il presidente, lasciando trapelare una minaccia ancora più esplicita: “Ho autorizzato un piano per annientare il regime se dovessero attentare alla mia vita”. Una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni e che riflette l’escalation di tensioni tra Washington e Teheran, già ai ferri corti dopo il ritiro degli USA dall’accordo nucleare del 2015.

Gaza, la tregua fragile e l’incubo Hamas

Netanyahu, dal canto suo, ha ribadito i suoi obiettivi: “Liberare tutti gli ostaggi e distruggere Hamas”. Ma la strada per una tregua duratura è tutt’altro che semplice. La frangia ultranazionalista del suo governo minaccia di far cadere l’esecutivo se il premier proseguirà con i negoziati. Orit Strock, ministro degli Insediamenti e esponente dell’estrema destra, ha avvertito: “Se Netanyahu andrà avanti su questa strada disastrosa, il governo non sopravviverà”. Una spada di Damocle che rischia di compromettere qualsiasi accordo.

La proposta choc di Trump

Ma è stata un’altra dichiarazione di Trump a scatenare polemiche. Il presidente americano ha suggerito che i palestinesi di Gaza potrebbero essere trasferiti in Paesi confinanti come Egitto e Giordania. “Credo che accetteranno”, ha affermato, ignorando i già netti rifiuti di Cairo e Amman. Una proposta che riecheggia le posizioni dell’estrema destra israeliana e che è stata immediatamente bollata da Hamas come una “ricetta per il caos”. Sami Abu Zuhri, alto esponente del gruppo, ha tuonato: “I palestinesi non lasceranno la loro terra. Ciò che serve è la fine dell’occupazione, non l’espulsione”.

Mediazioni in corso, ma futuro incerto

Nonostante le tensioni, l’incontro ha segnato un passo avanti nei colloqui di mediazione. Netanyahu ha annunciato l’invio di una delegazione in Qatar, mediatore chiave tra Israele e Hamas, per discutere una tregua “estesa”. Ma i nodi irrisolti restano molti: la tregua a Gaza è fragile, le tensioni con Hezbollah in Libano sono alle stelle e l’Iran continua a rappresentare una minaccia. Intanto, Trump insiste: “Voglio porre fine alle guerre in Medio Oriente”. Peccato che la strada per la pace sembri più lunga e tortuosa che mai.

L’incontro tra Trump e Netanyahu ha confermato il solido legame tra Stati Uniti e Israele, ma ha anche messo in luce le crepe di un’alleanza sotto pressione. Da un lato, Trump cerca di consolidare il suo ruolo di mediatore, dall’altro Netanyahu deve destreggiarsi tra pressioni internazionali e instabilità politica interna. La proposta di trasferire i palestinesi e il sostegno militare a Israele rischiano di alimentare ulteriori tensioni in una regione già esplosiva. E mentre i due leader si scambiano promesse e rassicurazioni, il Medio Oriente continua a bruciare.

Pubblicato da
Eleonora Fabbri