Costruire sistemi alimentari resilienti e sostenibili per raggiungere l’obiettivo Zero Fame nel 2030; perseguire con convinzione la neutralità climatica nel 2050 con l’attuazione degli Accordi di Parigi e l’adozione di impegni ambiziosi di breve termine; contrastare l’impatto sanitario, sociale ed economico della pandemia, promuovendo una ripresa sostenibile, inclusiva e resiliente. I ministri degli Esteri del G20, riuniti a Matera sotto la presidenza italiana, si sono impegnati a sfruttare un’occasione che il padrone di casa Luigi Di Maio ha definito “imperdibile”. Un progetto ambizioso che necessita di un’azione coordinata e di un “multilateralismo efficace”: quest’ultimo è, nelle parole del segretario di Stato Usa Antony Blinken, “lo strumento migliore” per far fronte alle sfide globali.
D’altra parte, la pandemia di Covid-19 ha messo in luce la necessità di una risposta internazionale coordinata ad “emergenze che trascendono i confini nazionali”, ha ricordato Di Maio. “Le vulnerabilità del sistema commerciale e delle catene globali del valore” sono emerse in tutta la loro drammatica evidenza. E un “commercio libero, equo, inclusivo, basato sul rispetto di regole condivise” appare oggi sempre più “essenziale per contrastare la pandemia e promuovere una ripresa sostenibile, che renda le nostre economie più verdi e digitali”. Ma ripristinare la salute delle nostre economie, significa anche investire nella salute del nostro pianeta, ponendo le persone e la natura al centro delle strategie e delle politiche per la ripresa, secondo i capi della diplomazia riuniti in Basilicata. A tal proposito, il 2021 è un anno cruciale per rilanciare la cooperazione internazionale su questi temi: sono previste le due Conferenze Onu sui cambiamenti climatici (COP26) e sulla biodiversità (COP15), un’occasione unica per provare a fermare la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi, invertendo il senso di marcia.
E, “al di là delle differenze”, “il G20 ha una particolare responsabilità nel favorire questi progressi”, ha precisato Di Maio, annunciando che tutti si sono detti concordi sulla necessità di “cooperare”. Un cambio di rotta necessario anche per affrontare le attuali emergenze alimentari, l’altro grande tema in discussione oggi. I ministri si sono detti “profondamente preoccupati” per “lo stato di insicurezza alimentare nel mondo”. A questo scopo hanno adottato la Dichiarazione di Matera, un documento con cui si impegnano a costruire sistemi alimentari resilienti e sostenibili. Di Maio l’ha definita “una pietra miliare” nella lotta alla fame nel mondo. “La riduzione della povertà, la sicurezza alimentare e sistemi alimentari sostenibili sono fondamentali per porre fine alla fame, incoraggiare la coesione sociale e lo sviluppo della comunità, ridurre le disuguaglianze socioeconomiche sia tra i paesi che all’interno, sviluppare il capitale umano, promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione dei giovani e promuovere la crescita economica globale inclusiva e lo sviluppo sostenibile”, hanno spiegato i ministri.
Un progetto ambizioso, che non potrà prescindere da un aumento degli investimenti per la sicurezza alimentare, da un adattamento più rapido dell’agricoltura e dei sistemi alimentari ai cambiamenti climatici, da un commercio internazionale costantemente aperto ai prodotti agroalimentari, dal rafforzamento delle catene locali del valore per alimenti freschi e nutrienti. Magari rivolgendo un occhio di riguardo verso l’Africa. “Credo che il G20 abbia il dovere di sostenere l’Africa, che è un “interlocutore fondamentale per fronteggiare le sfide comuni in una prospettiva di partenariato paritario”, ha spiegato il titolare della Farnesina. A questo proposito, ha precisato ancora Di Maio, i ministri hanno concordato sulla necessità di aiutare il continente africano a “uscire da questo periodo difficile” in modo che possa “entrare in una fase di crescita sostenuta e sostenibile”. L’Africa, ha concluso, “ha risorse immense, bisogna agire per liberare questo enorme potenziale. askanews