“Non possiamo comportarci come una squadra di club e portare in ritiro un mese arbitri che vengono da tutta Italia, ma visto che si sono allenati basterà un primo ciclo di 7-10 giorni per riprendere la forma ottimale”. Parola di Marcello Nicchi, presidente dell’Aia che, alla Gazzetta dello sport ha fatto il punto sulla possibile ripresa visto dalla parte degli arbitri. “Teniamo presente – continua – che l`arbitro non deve affrontare contrasti e scontri fisici. Poi a ridosso delle competizioni ci sarà un altro mini ritiro. Con test, controlli e tamponi”.
Uno degli effetti più eclatanti della pandemia coronavirus potrebbe essere che, contrariamente a quanto avviene di solito, un arbitro diriga la squadra della sua città: “È nostra intenzione scegliere gli arbitri più in forma per le partite più importanti senza vincoli geografici – ha dichiarato Nicchi – Però partiamo da due presupposti: il primo è che tutti i nostri arbitri offrono garanzie; il secondo è che arbitri e assistenti non viaggiano su pullman o charter come le squadre. Lo fanno per conto proprio con macchina, treno o aereo. Se possiamo permettere a un arbitro di raggiungere la partita di competenza senza attraversare mezza Italia non è meglio? Speriamo non ci sia bisogno di queste attenzioni, ma se ce ne fosse è giusto salvaguardare la salute. O vogliamo affermare che un arbitro professionista, se la pandemia lo rendesse necessario, non potrebbe arbitrare la squadra della propria città? Io questo lo rifiuto”.
Negli ultimi giorni era stata paventata l’ipotesi che in caso fosse ripartito il campionato lo avrebbe fatto senza l’ausilio del Var, ma Nicchi ha allontanato questa eventualità, garantendo che verranno presi degli accorgimenti utili a garantire la tutela della sicurezza: la società che si occupa di tutta la tecnologia ci ha assicurato che le stanze con le apparecchiature negli stadi saranno sanificate e si manterranno le distanze di sicurezza.
Forse diminuirà il numero di persone: oggi sono sei, potrebbero essere meno, ma la Var ci sarà”.