Niente eutanasia, Noa si è lasciata morire di fame. Il Papa: “Una sconfitta di tutti”
Il suo ultimo messaggio: “Dopo anni di combattimenti, la battaglia è finita”
La 17enne olandese Noa Pothoven non e’ ricorsa all’eutanasia con il permesso delle autorita’ del suo Paese, l’Olanda, ma si e’ lasciata morire in casa, smettendo di mangiare e bere. A 24 ore dalla diffusione di una notizia che ha fatto il giro del mondo, la vicenda ha assunto contorni piu’ precisi e si e’ scoperto che una clinica dell’Aja aveva negato a Noa l’eutanasia perche’ troppo giovane. Sul caso e’ intervenuto Papa Francesco, che ha parlato di “una sconfitta per tutti”. “La risposta a cui siamo chiamati e’ non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza”, ha twittato il Pontefice.
E dal Vaticano, al di la’ dei contorni giuridici incerti, sono arrivate varie prese di posizione per esprimere dolore per questa vicenda. Noa, che soffriva da anni di depressione e anoressia per due stupri subiti quando aveva 11 e 14 anni ad Arnhem, non ce la faceva piu’ a vivere. Dopo vari tentativi di suicidio e una serie di ricoveri forzati per assicurarne l’alimentazione e una ripresa psicologica, la 17enne si era rivolta a una clinica dell’Aja per chiedere l’eutanasia, senza dirlo ai genitori. A fine dicembre lei stessa aveva raccontato a un giornale che il permesso le era stato negato: “Pensano che sia troppo giovane per morire: pensano che dovrei completare la mia cura post-traumatica, attendere finche’ non sia completamente cresciuta, aspettare fino a 21 anni. Sono devastata perche’ non ce la faccio ad aspettare cosi’ tanto tempo”.
I genitori per curare la sua depressione avevano anche proposto l’elettroshock ma le era stato rifiutato perche’ troppo giovane. Di fronte al rifiuto di Noa di sottoporsi a ulteriori trattamenti, la giovane e’ stata rimandata a casa dove dall’inizio di giugno ha cominciato a rifiutare cibo e liquidi. I genitori, d’accordo con i medici, hanno acconsentito a non ricorrere all’alimentazione forzata. Noa ha usato gli ultimi giorni per salutare la famiglia e le persone a lei care. “L’amore e’ lasciar andare, come in questo caso”. Nel suo ultimo messaggio, tutto il suo dolore: “Dopo anni di combattimenti, la battaglia e’ finita. Dopo una serie di valutazioni, e’ stato deciso che posso andarmene perche’ la mia sofferenza e’ insopportabile. E’ finita. Da troppo tempo non vivo piu’, ma sopravvivo, anzi neanche questo. Respiro ma non vivo”.
Sulla questione e’ intervenuto anche Marco Cappato, politico ed esponente dell’Associazione Luca Coscioni: in un tweet ha puntualizzato che “l’Olanda aveva rifiutato l’eutanasia a Noa. Lei ha smesso di bere e mangiare e si e’ lasciata morire a casa, coi familiari consenzienti”. Come ha sottolineato l’attivista italiano, “morire smettendo di mangiare e di bere e’ ‘legale’ (nel senso che NON lo si puo’ impedire con la forza pubblica) in quasi tutto il mondo, anche in Italia”. Resta il dolore per la morte di un’adolescente che ha scelto di lasciarsi andare. Lo ha ricordato monsignor Vincenzo Paglia presidente della Pontifica Accademia per la Vita: “E’ una tragica sconfitta dell’intera societa’ e soprattutto della societa’ europea. L’Europa ha gia’ pochi giovani e non riesce a mantenerli. Le cronache non ne parlano ma la seconda causa di morte dei giovani in Europa e’ il suicidio”. E ha ricordato, come Papa Francesco, che i giovani sono le ‘prime vittime’ della ‘cultura dello scarto’.