Per la Commissione di Garanzia gli scioperi indetti per venerdì prossimo dalla Cgil e dalla Uil non soddisfano i requisiti per essere considerati uno sciopero generale. La decisione solleva polemiche e reazioni contrastanti. La Commissione, in base a un consolidato orientamento, sostiene che la portata degli scioperi, escludendo numerosi settori, non giustifica l’applicazione della disciplina che consente deroghe alle normative di settore sui servizi pubblici. La decisione è stata resa nota dalla stessa Autorità attraverso una nota in cui si afferma che la Commissione di garanzia ha confermato il contenuto del provvedimento adottato in data 8 novembre, ai sensi dell’articolo 13, lett. d) della legge n. 146/90. La Commissione sostiene di non mettere in discussione il diritto di sciopero, ma di assicurare l’osservanza delle regole che ne garantiscono il contemperamento con i diritti costituzionali della persona.
Ma lo scontro non è destinato a placarsi e al contrario si profila un braccio di ferro tra il sindacato e il governo. Le organizzazioni dei lavoratori annunciano che “disobbediranno” alle richieste della Commissione. Claudio Tarlazzi, segretario generale della Uiltrasporti, ha dichiarato che “lo sciopero proclamato per il 17 novembre è e rimane uno sciopero generale, non un’azione intersettoriale come sostiene l’Autorità”. Tarlazzi afferma che il diritto dei lavoratori allo sciopero deve essere preservato e difeso, e critica “il fatto che solo gli scioperi delle organizzazioni confederali subiscano limitazioni, mentre quelli indetti dai sindacati autonomi non siano stati oggetto di interventi”.
La Lega, dal canto suo, afferma che la Commissione di Garanzia degli scioperi ha messo “in castigo Maurizio Landini”, leader della Cgil, bocciando la sua richiesta di un weekend lungo il prossimo 17 novembre sulla pelle di milioni di italiani. Secondo la Lega, la Cgil, “arrugginita dai troppi anni al servizio del Partito Democratico, ha dimenticato l’abc e la mobilitazione non potrà essere di 24 ore come auspicato dal sindacato”. Un appello “al buonsenso e al rispetto delle regole” lo formula invece il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini dopo l`intervento della Commissione di Garanzia per gli scioperi. “Difendiamo il sacrosanto diritto alla mobilitazione – afferma il segretario della Lega – ma deve avvenire nel rispetto delle regole e non sulla pelle di milioni di famiglie, studenti e lavoratori. Una minoranza di iscritti ad alcune sigle sindacali non può danneggiare un intero Paese”, sostiene Salvini. L’ex ministro del lavoro Andrea Orlando, ora deputato Pd evidenzia: “Per gli scioperi dei sindacati autonomi negli ultimi mesi il garante non ha avuto obiezioni. Per lo sciopero di Cgil e Uil sì. Sarà interessante leggere la delibera e capire il perché”.
Il giuslavorista Pietro Ichino in un’intervista al Corriere della Sera parla di un comportamento sindacale che «sta svuotando il significato dello strumento di lotta». Perché ormai è diventato «una routine, come lo sciopero dei trasporti il venerdì. Che è connotato anche da una certa dose di opportunismo. Collocandosi al venerdì mira ad avvalersi dell’adesione opportunistica di chi vi partecipa solo per aggiungere un giorno di vacanza». Poi propone di introdurre anche nei servizi pubblici per cui la proclamazione deve essere approvata da un certo numero di lavoratori per potersi svolgere. E aggiunge di applicare un’altra regola che esiste già: «Quella che obbliga tutte le parti, imprenditori, sindacati e lavoratori, a preavvertire gli utenti di ciò che funzionerà e ciò che non funzionerà durante lo sciopero. Oggi i lavoratori del settore vengono indebitamente esonerati dal dichiarare, con l’anticipo previsto dalla legge, la propria adesione».