Protesteranno per il “No Meloni day” in oltre trenta piazze in tutta Italia. Una manifestazione che già da come è stata battezzata assume toni politici invece che di una mera protesta di studenti che si batte contro un governo che ha varato dei provvedimenti a discapito della scuola. Protestare è certamente il sale della democrazia, ma contro un esecutivo che ha assunto i suoi pieni poteri meno di un mese fa, il rischio di buttarla in politica c’è tutto. Gli organizzatori della protesta – due sindacati studenteschi (UdU e Rete degli Studenti) ma che hanno anche il sostegno di Uds, Link coordinamento universitario, Rete della conoscenza, Action Aid, Fiom, Flc, Legambiente, Libera contro le mafie e Non una di meno – prevedono circa 100mila studenti da Milano a Palermo. “Mentre il nostro futuro è minacciato dalla guerra nucleare e dal collasso climatico, il nuovo governo Meloni parla di nuove trivellazioni di gas fossile. Vogliamo una conversione ecologica e la vogliamo subito” spiegano gli studenti. E ancora: “Guardiamo con orrore alle guerre finanziate dalle banche armate, al trattamento disumano dei migranti e dei rifugiati alle frontiere e ai porti”.
Suonano come puntuali affermazioni della sinistra “clonate”, queste degli studenti. Nelle strade di Roma, sfileranno giovani di tutte le scuole (Montessori, Tasso, Mamiani, Pisano gli istituti al momento occupati), rappresentanti della Rete degli Studenti Medi, i collettivi autorganizzati e autonomi e soprattutto gli universitari dei collettivi della Sapienza. A Milano il corteo partirà da Largo Cairoli; a Udine da Piazzale Cavedalis; a Genova da via Cadorna; a Perugia da Piazza Partigiani; a Bologna, assemblea pubblica a Portico dei Servi come anche a Taranto, nella sede della Cgil. E ancora corteo a Palermo, che partirà dalla Cattedrale e corteo anche a Cagliari che si muoverà da Piazza Falcone e Borsellino. Ma sarà senz’altro la manifestazione di Roma l’appuntamento principale della giornata di protesta. Un corteo (autorizzato) è previsto dalle 10.30 da Circo Massimo (Piazzale Ugo La Malfa) al ministero dell’Istruzione e del Merito, passando per Viale Aventino, Piramide, Porta Portese e Viale Trastevere.
“Abbiamo chiesto a questo nuovo Governo di abbandonare la retorica della meritocrazia e di provare a ragionare di un chiaro e netto investimento sul futuro dell’istruzione di questo paese – hanno scritto gli organizzatori della protesta -. Ad oggi, invece, tutto ciò che abbiamo ricevuto sono state silenzio e manganellate. Nessuno parla di scuola e università nella legge di Bilancio ormai alle porte. Questo governo ha un solo merito: quello di non averne nessuno”, affermano sempre gli organizzatori lanciando l’iniziativa. E non manca il riferimento alle criticità legate all’edilizia scolastica: “Siamo costretti a studiare ogni giorno in scuole fatiscenti e veniamo sfruttati come carne da macello in alternanza. Pensano alla nostra ‘sicurezza’ solo quando possono utilizzarla come scusa per impedirci di manifestare. I nostri programmi sono obsoleti, i fondi alla scuola vengono tagliati in continuazione. Noi ci rifiutiamo di piegarci alle loro logiche”.
Sullo sfondo della protesta, ricordano gli stessi organizzatori, resta ancora infatti “la repressione” delle forze dell’ordine con i tafferugli dello scorso 25 ottobre davanti alla facoltà di Scienze politiche a Roma. E anche pochi giorni prima, all’ultimo corteo studentesco del 21 ottobre, quando si verificarono lanci di uova, tensioni con la polizia e vennero “impiccati” i manichini del presidente del Senato, Ignazio La Russa e del presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Infine, una curiosità che lascia molto stupiti. Da un sondaggio di Skuola.net -2.500 interviste a ragazzi e ragazze sotto i trentanni – si evince che la stragrande maggioranza dei giovani contestatori non ha la minima idea di cosa sta contestando.