l referendum sarà un testa a testa, la vittoria sarà decisa da “qualche migliaio di voti, forse un migliaio”. Anche per questo l’annuncio di Romano Prodi di votare Sì è ritenuto “importantissimo”. In queste ore l’idea che c’è tra Palazzo Chigi e il Nazareno è che il No sia in vantaggio in Italia, ma che il risultato possa essere riportato in equilibrio dai voti degli italiani all’estero. Dunque la previsione è quella di uno spoglio sul filo di lana, che andrà avanti “fino a tarda notte” domenica, con una probabile coda di polemiche. Per questo, addirittura, si racconta che al Nazareno ci sia chi tiene d’occhio le previsioni meteo, temendo un eventuale maltempo che al Nord, dove il Sì è più forte, potrebbe far perdere qualche consenso. Del resto a dimostrare come il voto dall’estero sia fondamentale, il Comitato del No, dopo aver annunciato nei giorni scorsi di essere pronto a presentare ricorsi, oggi è tornato a chiedere un controllo “accurato” sulle schede del voto “in considerazione del rilevante fenomeno di falsificazione delle schede emerso in modo preoccupante negli anni passati”.
A poco più di 48 ore dal silenzio elettorale, comunque, ogni strategia è saltata: Renzi è impegnato in un tour de force in Italia ma anche sul web, tra e-news, dirette Facebook, messaggi sui social. Oggi ha iniziato la giornata a Uno Mattina, ha proseguito con un forum a Repubblica.it e dopo due tappe a Macerata e Ancona concluderà a Porta a Porta e a Matrix. Domani sarà ancora in tv a Otto e mezzo e poi a Napoli. Mentre per venerdì sono in programma tre tappe (Reggio Calabria, Palermo e, alle 21, in piazza della Signoria a Firenze) e, probabilmente, un videomessaggio agli elettori su Facebook. “Renzi è teso ma pimpante – racconta un deputato del giglio magico -, da qualche giorno dice che siamo in rimonta e che possiamo sorpassare e sta dando tutto. Ha sentito il sangue, come gli squali, e non molla”. In uno scenario in cui ogni voto è rilevante, di grande importanza è ritenuto l’annuncio di Romano Prodi di votare Sì “per la mia storia personale e le possibili conseguenze sull’esterno”, pur senza risparmiare critiche alla riforma.
“Grazie a Romano Prodi che ha detto che voterà Sì pur non condividendo tutto, anzi. Ma riconoscendo che c’è un’esigenza per il Paese”, ha commentato Renzi. “Il messaggio che arriva da Prodi è importantissimo – riflette un deputato della maggioranza Dem – il suo Sì isola la sinistra interna in una posizione fuori dalla tradizione del centrosinistra. Questo vale per il referendum, ma anche dopo”. L’eventualità dell’affermazione del Sì o del No per un pugno di voti, comunque, nell’entourage renziano fa anche pensare all’eventuale piano B in caso di sconfitta. “Se vince il Sì – riflette un renziano doc – si va avanti così, magari anticipando il congresso del Pd. Ma anche se vincesse il No con un margine molto risicato sarebbe difficile invocare un cambio di governo. A quel punto Renzi si dimetterebbe ma potrebbe accettare un nuovo incarico, promuovendo un nuovo inizio per l’esecutivo”. In pratica un rimpasto “per avere un governo più forte”, cambiando quei ministri che “non hanno tenuto il passo”. Un’ipotesi oggi supportata anche dal New York Times che in un editoriale ha chiesto che Renzi dichiari che “resterà al suo posto” di premier “per un po’ di tempo, qualsiasi sia il risultato” perchè “questo calmerebbe i mercati”.