Nodo trivelle resta, ancora rinvii Dl Semplificazioni. Costa: “Mi sfiduciano? Torno a fare il generale dei Carabinieri”

Per le opposizioni, il decreto si e’ trasformato in un provvedimento omnibus. Ancora aperto anche il problema dell’Ires al mondo del no profit

Ministro dell'Ambiente, Generale Sergio Costa

Il nodo trivelle rallenta l’iter del decreto Semplificazioni, e torna ad agitare i rapporti tra gli azionisti di governo. All’interno della maggioranza non e’ ancora stata trovata, infatti, un’intesa su autorizzazioni e canoni e questo ha comportato una serie di sospensioni e rinvii in Senato, fino al nulla di fatto registrato in serata. Le posizioni “restano distanti” e la trattativa e’ stata “sospesa” almeno fino a domattina, quando si riunira’ nuovamente la Capigruppo di Palazzo Madama. Cosi’ fonti leghiste spiegano quanto avvenuto stasera, con le commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato – che avrebbero dovuto proseguire l’esame del decreto Semplificazioni – sconvocate dopo il mancato accordo sul nodo trivelle. M5s – che assicura di non intendere arretrare – e Lega hanno dunque deciso di prendersi altro tempo per provare ad arrivare a un’intesa sul tema che divide i due alleati di governo. Al momento la situazione viene descritta come “di difficile risoluzione”.

Tra le ipotesi al vaglio, anche lo stralcio del tema dal decreto. La giornata era cominciata con la netta presa di posizione del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa: “Sono per il no alle trivelle, le trivelle passano per la valutazione di impatto ambientale e io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri”. Pronta la risposta dal fronte leghista, con il viceministro all’Economia, Massimo Garavaglia, che puntualizzava: “Bisogna distinguere il piano: c’e’ un piano politico e un piano tecnico. Se il Parlamento politicamente prende una decisione, quale che sia, il ministro non puo’ che prenderne atto. Lo stallo va risolto politicamente: deciderà il Parlamento. Noi l’attenzione che poniamo e’ a trovare una posizione equilibrata che eviti la chiusura dei siti produttivi e quindi conseguentemente la perdita di posti di lavoro. L’importante e’ non fare danni”.[irp]

Polemiche che hanno avuto immediato riflesso sui lavori al Senato: il decreto doveva infatti approdare in Aula nel primo pomeriggio ma il termine e’ slittato alle 17 per consentire alle commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici di proseguire i lavori. Quando l’Aula si e’ riunita, la maggioranza ha chiesto di rinviare a domattina l’esame del provvedimento e questo ha suscitato i malumori delle opposizioni. Il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha convocato la Conferenza dei capigruppo per ridefinire il calendario. Le Commissioni si sono riunite alle 20, ma per certificare l’impasse, mentre la Conferenza dei capigruppo e’ stata aggiornata alle 9 di domani mattina. L’Aula resta convocata alle 9,30, ma la polemica e’ ormai esplosa.

Casellati ha richiamato a una maggiore regolarita’ dei lavori “per il rispetto che si deve all’istituzione del Senato e ai senatori tutti”. Rispetto invocato anche dal senatore di FI Lucio Malan, secondo cui il fatto che si ritardi “per comprimere tutto in un giorno solo e’ molto grave”. Sulla stessa lunghezza d’onda il senatore Renato Schifani, secondo cui l’Aula “anche questa volta e’ in attesa che l’esecutivo trovi una quadra, in questo caso al suo interno”. “Il Parlamento – ha detto – non puo’ essere ostaggio delle divisioni nella compagine di governo, con i lavori che procedono a singhiozzo, con i continui stop e i rinvii”.[irp]

Di umiliazione ha parlato il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci: “Il continuo braccio di ferro della maggioranza, questa volta sulle trivelle, blocca ed umilia ancora una volta il Parlamento. Assistiamo a un rinvio infinito, al lavoro delle Commissioni che viene costantemente reso inutile, siamo gia’ oltre la democrazia rappresentativa”. Secondo le opposizioni, inoltre, il decreto si e’ trasformato in un provvedimento omnibus. Molti, effettivamente i temi affrontati dagli emendamenti: tra quelli approvati, si va dal tetto del 10% per i proprietari delle farmacie agli sconti immediati su Rc Auto con scatola nera, a una serie di novita’ per medici e professori universitari. Ancora aperto, oltre al tema trivelle, il problema dell’Ires al mondo del no profit, dopo che ieri sembrava vicino un accordo tra maggioranza e opposizione.