La continua riproposizione della proposta relativa alla cancellazione della tassa Tasi-Imu sull’abitazione principale evidenzia la condivisibile volontà dell’Esecutivo di rivedere l’eccessiva pressione fiscale in Italia, ma è necessario ricordare in questa sede quanto il taglio dell’imposta sulla prima casa genererebbe uno stimolo per il mercato alquanto modesto, che Nomisma ha già quantificato in circa lo 0,11% rispetto al valore medio di acquisto (circa 181mila euro) per il primo anno e comunque inferiore all’1% considerando i valori attualizzati su un orizzonte decennale”. A dirlo è Luca Dondi‘ Consigliere Delegato di Nomisma.
“Lo sgravio che verrebbe garantito ad oltre i due terzi delle famiglie italiane che vivono in una casa di proprietà- si sottolinea- risulterebbe in media altrettanto esiguo, stimabile in circa 17 euro al mese. Evidenziata la scarsa capacità di stimolo, è necessario chiedersi se il provvedimento tuttavia persegua obiettivi di redistribuzione del carico fiscale nel senso di una maggiore equità”. Continua Luca Dondi’: “A nostro parere – sulla base dei dati dell’indagine delle famiglie italiane realizzata dalla Banca d’Italia – la risposta è anche in questo caso negativa, in quanto a beneficiare del provvedimento sarebbero le famiglie con disponibilità reddituali medie più elevate (si veda al proposito la tabella relativa al reddito del capofamiglia per titolo di godimento dell’abitazione). Emerge con un’evidenza degna di maggiore attenzione la sperequazione delle disponibilità economiche tra nuclei di proprietà e nuclei in affitto”.