Dopo il portavoce, Trump caccia anche il capo di gabinetto

Dopo il portavoce, Trump caccia anche il capo di gabinetto
29 luglio 2017

Rivoluzione alla Casa Bianca: una settimana esatta dopo l’addio del suo portavoce, Sean Spicer, Donald Trump ha annunciato la nomina di un nuovo capo di gabinetto, John Kelly (foto), al posto di Reince Priebus. Con due tweet, il presidente americano ha detto “con piacere” di avere scelto il generale John Kelly, già segretario alla Sicurezza nazionale. Secondo il leader Usa, Kelly è un “grande americano… e un grande leader” che “ha anche fatto un lavoro spettacolare alla Sicurezza nazionale. E’ stato una vera stella della mia amministrazione”. Con un terzo tweet – scritto mentre Trump atterrava alla base aerea Andrews in Maryland – il presidente ha ringraziato Priebus “per il suo servizio e la sua dedizione nel suo Paese. Abbiamo ottenuto molto insieme e sono orgoglioso di lui”. Non è stato immediatamente chiaro se Trump lo abbia silurato o se Priebus si sia licenziato. Stando a indiscrezioni raccolte da Cnn, si sarebbe dimesso il giorno precedente. Pare che il presidente Usa avesse perso fiducia in lui. Ieri che il neo direttore della comunicazione, Anthony Scaramucci, lo aveva definito uno “schizofrenico paranoico” e nei giorni scorsi aveva insinuato che fosse Priebus la fonte delle fughe di notizie dal civico 1600 di Pennsylvania Avenue a Washington.

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Parlando con la stampa una volta atterrato nella base aerea vicino Washington, Trump ha aggiunto che Kelly “farà un lavoro fantastico” e che “è rispettato da tutti”. Priebus è semplicemente un “buon’uomo”; dal 2011 fino all’arrivo alla Casa Bianca era stato alla guida dell’organo che governa il partito repubblicano, il Republican National Committee. L’uscita di Priebus potrebbe calmare le acque e le divisioni all’interno della Casa Bianca. Il capo di gabinetto uscente era un alleato dell’ex portavoce Spicer, andatosene perché contrario all’arrivo dell’ex finanziere Scaramucci (il nuovo megafono di Trump). Il fatto che fosse legato all’establishment repubblicano rappresentato, tra gli altri, dallo speaker alla Camera Paul Ryan, lo metteva inoltre in una posizione scomoda rispetto al consigliere ultraconservatore di estrema destra Steve Bannon ossia colui che ha ispirato l’agenda di Trump improntata al protezionismo e alla retorica anti-immigrazione. Scontri interni alla Casa Bianca a parte, Priebus potrebbe aver subito un colpo anche per lo stallo di un pezzo importante dell’agenda di Trump: l’abrogazione dell’Obamacare su cui il Senato ha fallito per l’ennesima volta ieri. Priebus se ne va come colui che è stato un capo di gabinetto per il periodo più breve della storia americana moderna. Ora resta da vedere chi, dopo di lui, lascerà a sua volta l’amministrazione Trump.

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