Arriva “Non è colpa mia”, il singolo d’esordio di Paola Russo, ex corista di Giorgia

Il brano per suoni, carisma e vocalità ricorda le sonorità della sua conterranea Giuni Russo video e fotogallery

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“Non è colpa mia” è il singolo d’esordio di Paola Russo, nuova voce rivelazione della scena pop italiana. L’artista di Ribera (Agrigento) ha un passato da corista di Giorgia e una lunga carriera alle spalle, debutta con un brano dove il testo apre una finestra chiara e diretta sul controverso rapporto di coppia e racconta di un mondo divertente ma a tratti sadico e distante. “Questa canzone parla della mia dualità – spiega la cantante siciliana – del mio bisogno di stare in una relazione e allo stesso tempo della mia incapacità di starci dentro”. L’artista ha una voce d’altri tempi, potente e grintosa, sonorità anni 80 per ritmi pop spregiudicati e vivaci. In questo suo singolo d’esordio, interpreta a suo modo la complessità delle relazioni in una canzone energica e dissacrante, estremamente sensuale, che racconta il gioco di sguardi, azioni, mosse tra chi desidera e chi è desiderato. “Non è colpa mia” è un perfetto esempio di Synth-Pop dagli echi New-Wave, con una sezione ritmica importante sulla quale si incastrano le tessiture vocali sovrapposte di Paola Russo. Il brano per suoni, carisma e vocalità ricorda le sonorità di Nada, Donatella Rettore e la conterranea Giuni Russo ed è frutto di uno studio durato quasi un anno insieme ai produttori Fabio Rizzo e Donato Di Trapani, già a lavoro con Nicolò Carnesi, Dimartino, Alessio Bondì e altri.

“In questo mio primo singolo racconto della parte borderline di me – continua la cantante – di come spesso siano presenti due forze uguali e contrapposte che si contendono e della relativa incapacità di gestire il rapporto con la persona che si ama”. Il video di “Non è colpa mia”, curato dal giovane regista palermitano Andrea Nocifora e realizzato con la produzione di Indigo Music, è un gioco psichedelico di forme, doppi, specchi e caleidoscopi. Descrive visivamente una doppia identità, un po’ tenebrosa eppure coloratissima. La figura e il volto dell’artista vengono trasformate, sfaccettate, liquefatte con l’obiettivo di disegnare un’impossibilità di essere una sola cosa, il tema della doppia identità emotiva e di genere viene affrontato attraverso l’uso simbolico del colore e il movimento continuo tra luci e ombre. L’album che arriverà a fine anno e da cui è estratto “Non è colpa mia” è una collezione di storie, in un continuo rimbalzo tra quotidiano e surreale. “Ho iniziato a scrivere 6 anni fa – prosegue l’artista – le mie canzoni parlano fondamentalmente di esperienze che ho vissuto e che vivo nel quotidiano, ci sono addirittura dei dialoghi che sono realmente esistiti. Raccontano delle mie relazioni, delle mie fragilità, dei limiti delle persone, del mio modo di vedere la società e anche degli scatti d’ira che a volte mi contraddistinguono”.