Salta la stagione teatrale e musicale del teatro Vittorio Emanuele di Messina, voluto da Ferdinando II di Borbone nel 1842. E così dopo anni quella che è la più importante realtà culturale della città dello Stretto si dissolve come neve al sole. La situazione di stallo del teatro dura ormai da mesi e nonostante l’appello di sindacati, lavoratori e rappresentati istituzionali, la Regione non ha nemmeno stanziato i 250 mila euro previsti per il 2013. “I fondi negati all’Ente – tuona Tonino Genovese, segretario della Cisl Messina – non sono altro che il frutto delle pantomime, stucchevoli, che si sono registrate sull’asse Messina-Palermo”. Il dirigente cislino lancia un appello al sindaco di Messina. “Accorinti batta un colpo. Adesso spetta a lui difendere le sue scelte, il futuro dell’ente culturale e l’occupazione di 63 lavoratori diretti e di circa 80 indiretti”. Già un paio di settimane fa la Cisl e la Fistel avevano riacceso i riflettori su una vertenza che rischiava di concludersi nel silenzio. Il sindacato ha chiesto a più riprese una riprogettazione regionale del settore per dare alla Sicilia una politica culturale univoca per eliminare sprechi e differenze di trattamento economico tra i territori e teatri, per armonizzare e innalzare il livello del rendimento degli investimenti regionali nelle produzioni culturali. “L’istituzione di un fondo unico per i teatri, dove attingere per programmare le manifestazioni e la messa in rete con gli altri teatri è un atto che va nella direzione di una sana riprogettazione – sostiene ancora Genovese -. Il Teatro Vittorio Emanuele deve divenire centro e motore della promozione culturale provinciale dando corpo alle iniziative di diffusione della cultura, nelle scuole, nei Comuni, ed estendendo nella città la propria influenza e guida nelle attività artistiche/culturali”.
La Cisl denuncia come la Regione continua a far vivere l’Ente Teatro in una situazione di incertezza. “La mancanza di un Consiglio d’Amministrazione – prosegue il dirigente sindacale – impedisce all’Ente di assumere impegni e compiere atti amministrativi e gestionali ed è del tutto illogico nominare un commissario ad acta per approvare bilanci e cartelloni quando manca l’organo che poi li dovrà realizzare. Non si capisce quali siano i motivi che ostano alla nomina del Consiglio d’Amministrazione che, successivamente, dovrà a sua volta indicare il Sovrintendente”. In sostanza, in questo scenario “si produce solo confusione, instabilità e preoccupazione tra i dipendenti e non si capisce perché, mentre per il Teatro Bellini di Catania e per il Massimo di Palermo siano stati nominati dei commissari straordinari, per il Teatro di Messina si scelgono percorsi tortuosi che rendono impossibile qualsiasi attività istituzionale. A questa situazione aggiungiamo che l’Ente è tuttora sprovvisto di un direttore amministrativo”. Il sindacato, infine, è preoccupato per il futuro occupazionale dei lavoratori.