Non solo correnti, nel Pd si odiano tutti

Non solo correnti, nel Pd si odiano tutti
Maurizio Martina (s) e Matteo Renzi
15 aprile 2018

Il Pd è in frantumi. Un cumulo di cocci sparsi dalla Lombardia alla Sicilia sotto la geniale regia di Matteo Renzi. L’ultimo gancio da peso massimo, l’ex segretario dem, l’ha sferrato con la creazione delle liste per le Politiche, portando ai minimi storici i consensi per il Partito Democratico. Un record, anche se negativo. Un risultato che a oggi a prodotto un tutti contro tutti. La richiesta di rinvio dell’assemblea prevista per il 21 aprile prossimo è l’ultima bomba innescata. Il povero reggente dem è passato dai campi agricoli a quelli di guerra. Ennesima mossa renziana che sembra voler accrescere il cumulo di cocci. “Bisogna tenere i nervi saldi”, continua a predicare Maurizio Martina che in piena tempesta conferma la sua candidatura alla segreteria. E ribadisce che il rinvio dell’assemblea del Pd “è ragionevole data la situazione generale, e comunque si farà presto”.

Quanto basta per spaccare pure la minoranza, pronta a fare muro proprio contro l’ipotesi di rinviare l’assise. Andrea Orlando e Gianni Cuperlo già sono sul campo di battaglia: “Nessuno può pensare di ‘salvare’ il Pd con un accordo tra correnti o rinviando il confronto. Questo sì sarebbe un errore imperdonabile e se percorressimo quella strada andremmo incontro a nuove profonde delusioni”. Il fatto è che la minoranza sospetta che dietro al tentativo dell’ex segretario di rinviare l’assemblea, “c’è la volontà di mettere in difficoltà Martina”. Non solo. “I renziani non vogliono rinunciare a controllare il partito” per mezzo del parlamentino dem, sussurrano alcune fonti del Nazareno, e soprattutto, “vogliono poter fare loro le liste per le europee del 2019 e per le politiche che, se il quadro rimarrà instabile anche dopo la formazione del governo, non tarderanno ad arrivare”.

Nessuna tregua. In azione anche le donne che attraverso un documento (prima firmataria Francesca Puglisi) rivendicano la loro centralità nel partito: “Nel Pd, un gruppo dirigente sempre più chiuso e muto si trincera in delegazioni e ‘trattative’ di soli uomini”. Non solo donne, ma anche i giovani si ribellano a questa politica portata avanti dal Nazareno. In occasione di una manifestazione dei Giovani democratici svoltasi a Roma, una locandina mostra tutto il disappunto dei militanti (e non solo) nei confronti dei vertici del partito. Il manifesto mostrava Matteo Renzi nelle vesti inedite di Frankenstein, con accanto una bara. Altri venti di guerra, infine, arrivano dalla Sicilia. “Il Pd deve tornare ad essere una comunità che faccia emozionare, che sia popolare e chiaramente collocata nel centrosinistra e nel socialismo europeo” dice il dirigente regionale Pd, Antonio Rubino. Martina avrà un bel da fare.

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