Non solo Volkswagen, allo studio dell’Iss rischi filtri diesel

In Italia, infatti, la questione dei filtri anti particolato (Fap) e dei possibili rischi per la salute umana è già sul tavolo del ministero della Salute: una lettera del capo della procura di Roma Giuseppe Pignatone dell’8 luglio, inviata al ministro dei Trasporti Graziano Delrio, in primis, e ai colleghi competenti Gianluca Galletti dell’Ambiente e Beatrice Lorenzin della Salute, avvertiva dei rischi dei Fap. Nella missiva -rivelata da un quotidiano nazionale  – il magistrato, che sul tavolo ha la richiesta di archiviazione dei pm titolari dell’inchiesta sull’uso dei Fap (inchiesta nata su denuncia della Dukic, in quanto il suo sistema anti emissioni non era stato omologato dal ministero dei Trasporti) avvertiva i ministri: le indagini dei pm di Roma confermavano i dubbi sui filtri antiparticolato montati sulle auto diesel per ridurre le emissioni, sia dal punto di vista delle regolarità delle autorizzazioni delle omologhe dei Fap che, soprattutto per i rischi all’ambiente e salute. Scrive infatti Pignatone – come riporta Il Fatto – il Fap “oltre a immettere nell’aria altre sostanze nocive determina la trasformazione del particolato in nanoparticolato, ossia polveri sottilissime non misurate dai dispositivi di monitoraggio in uso, ma ben più nocive per la salute umana”.

Un quadro che rievoca quello emerso dallo scandalo Volkswagen quindi. La lettera di Pignatone e il caso Fap per quanto riguarda il ministero della Salute – fanno sapere fonti del ministero – è stata di dovere protocollata, non appena ricevuta, a cura della Direzione prevenzione che poco dopo, il 22 luglio, ha chiesto un parere all’Iss, proprio riguardo alle criticità emerse nelle procedura di omologa dei Fap al ministero dei Trasporti. Il presidente dell’Iss Walter Ricciardi ha spiegato: “Ci è stato chiesto un parere e nell’arco dei prossimi giorni daremo una risposta. Siamo a lavoro per dare una risposta nel più breve tempo possibile, nei prossimi giorni”. La questione dei filtri antiparticolato e anche quella dello scandalo Volkswagen, ha spiegato, “si va a inserire in un’attività di studio che l’istituto svolge da anni sulla rapporto tra fattori di rischio ambientale e salute umana”, perché “sono anni che si parla di inquinamento atmosferico e tutti noi, in primis come studiosi, ci stiamo battendo perché l’inquinamento atmosferico sia ridotto. E’ chiaro che questo tipo di inquinamento atmosferico è insostenibile, pena di innescare situazioni irreversibili”.

In particolare, la vicenda della Volkswagen rivela “un comportamento criminoso” ma “speriamo che dal male nasca un bene: che ci si renda conto della necessità di agire adesso per ridurre emissioni, preservare immediatamente la salute delle persone, e nel breve e medio periodo preservare la salute dell’umanità contro i danni da inquinamento atmosferico e i cambiamenti atmosferici”. Ma cosa farà sul caso Fap in particolare l’Istituto superiore della sanità? “Noi – ha spiegato Ricciardi – in sostanza daremo un parere, alla luce di ciò che noi sappiamo, sul rischio additivo per la salute che scaturisce se le particelle inquinanti non vengono filtrate, daremo indicazioni su cui muoversi, un parere scientifico sui rischi correlati tra inquinamento atmosferico da particolato e salute umana”. Determinare tecnicamente se i Fap omologati sono pericolosi o no, più o meno inquinanti, non è compito dell’istituto.

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