Dopo una settimana di tensione seguita allo scoppio dello scandalo dei dossieraggi, che ha coinvolto la Direzione Nazionale Antimafia e alcuni giornalisti vicini al centrodestra, il silenzio del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, era stato oggetto di attesa e speculazione. Oggi finalmente Nordio ha rotto il silenzio, presentando una proposta audace e decisa: una commissione parlamentare d’inchiesta per fare luce sulla vicenda.
Il Guardasigilli ha preso il tempo necessario per valutare attentamente la situazione, aspettando le testimonianze cruciali di esponenti chiave come il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo e il procuratore di Perugia Raffaele Cantone dinanzi alle commissioni parlamentari competenti. Solo dopo aver ponderato le informazioni raccolte, Nordio ha emesso una dichiarazione incisiva, denunciando un sistema illecito che sembra radicato da anni. La proposta di Nordio per una commissione parlamentare d’inchiesta rappresenta un importante passo avanti verso la ricerca della verità e la garanzia della trasparenza.
Tale commissione, dotata di poteri equiparabili a quelli giudiziari, sarà incaricata di indagare sulle ripetute violazioni delle banche dati segrete e sull’alimentazione continuativa di alcuni giornali con materiale ottenuto illegalmente. Il Ministro Nordio ha sottolineato l’urgenza di affrontare questa crisi con una riflessione approfondita, sia sul piano normativo che politico, considerando la situazione come “un punto di non ritorno”. Ha anche evidenziato l’importanza di coinvolgere il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il quale è stato il primo a denunciare di essere stato vittima di dossieraggi, nel processo decisionale.
Le parole di Nordio, a margine di un evento a Milano, riflettono la gravità della situazione e la necessità di agire con fermezza per proteggere i diritti individuali alla riservatezza. Ha ribadito la sua lunga battaglia contro le violazioni della privacy, sottolineando che “abbiamo raggiunto il punto cruciale, forse di non ritorno”. La proposta di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta rappresenta un passo significativo verso la ricerca della verità e il ripristino della fiducia nelle istituzioni. Ora spetta al Parlamento accogliere questa proposta e avviare l’indagine necessaria per fare chiarezza su uno scandalo che ha scosso le fondamenta della politica italiana.