Un Consiglio dei ministri notturno per chiudere (forse) il dossier Autostrade. La seduta, che inizialmente era prevista questa mattina alle 11, è slittata alle 22 e si prevede una riunione fiume fino a notte fonda. Ad aprire la seduta sarà una informativa del premier Giuseppe Conte, che farà il punto sul lavoro fatto dagli uffici negli ultimi mesi perché, sue parole, “è una decisione che deve coinvolgere tutto il governo”. A poche ore dall’inizio della seduta, però, nell’esecutivo non sembra esserci alcun accordo.
Conte pare aver imboccato la strada della linea dura, con la revoca caldeggiata da Movimento 5 stelle e Leu. Oggi però è stato fatto trapelare il contenuto di una lettera che la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli (Pd) aveva inviato al premier quattro mesi fa. Nella missiva suggeriva di valutare una “soluzione transattiva” vista “la delicatezza e la complessità della questione”. Alla base di questa ipotesi, De Micheli citava anche un parere dell’Avvocatura dello Stato secondo cui non è possibile “escludere che in sede giudiziaria nazionale o sovranazionale possa essere riconosciuto il diritto di Aspi all`integrale risarcimento”, pari a circa 23 miliardi di euro. E’ il rischio, potenzialmente costosissimo, che paventa anche Italia viva, che per questo invita a trovare un accordo con Autostrade.
“Il contenzioso – ribadisce il presidente Ettore Rosato – rischia di essere uno straordinario regalo ai Benetton. Se vincono saranno gli italiani a pagare e non Alessandro Di Battista”.
Al momento le ipotesi in campo sono due: la revoca della concessione con il subentro di Anas oppure l’ingresso, con una quota di maggioranza, in Autostrade di Cassa depositi e prestiti. Atlantia (che dopo il tonfo di ieri in borsa oggi ha chiuso a +0,75%) ha accettato di ridurre significativamente la propria partecipazione, ma il M5s e Conte vogliono la sostanziale uscita dei Benetton. Nelle ultime ore, però, si è fatta strada una ulteriore possibile strada, comunque subordinata alla revoca: la nomina di un commissario. “Avviene – ha spiegato il viceministro pentastellato alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri – attraverso la revoca di Aspi per cui non si perde neanche un posto di lavoro. La società continuerebbe a lavorare attraverso un commissario governativo. Dopodiché si mette al bando la concessione”. Anche in questo caso, però, ci sono dubbi legali sulla possibile applicazione del commissariamento.
Da parte sua Autostrade stamani ha tenuto un nuovo Cda, da cui però non è uscita una nuova proposta al governo, dopo quella bocciata ieri dal premier. E’ “nostro dovere – ha detto Gianni Mion, presidente di Edizione, la holding dei Benetton che controlla Atlantia e di conseguenza Autostrade per l’Italia – difendere le due aziende, Aspi ed Atlantia, ed i loro dipendenti, finanziatori ed azionisti. Mi auguro che si possa trovare una soluzione equa nell’interesse di tutti: cittadini, lavoratori, risparmiatori ed investitori”. Una situazione giuridicamente e politicamente molto complessa, rimasta aperta per troppo tempo e che ora appare ancora più difficile da districare. “Sono aperte tutte le opzioni che sono sul tavolo”, ha detto il vice ministro Dem all’Economia Antonio Misiani, auspicando che il Cdm “segni una fase realmente conclusiva su una questione di grande delicatezza ma anche di grande importanza”. Un auspicio che però non è una certezza: secondo più fonti di governo, non è detto che la ‘notturna’ porti a una decisione definitiva. askanews