Sono 9,2 milioni gli italiani chiamati al voto oggi e 1.005 i comuni che rinnovano sindaco e consiglio comunale in questa tornata di elezioni amministrative che prevede un eventuale turno di ballottaggio il 25 giugno (per i comuni superiori a 15mila abitanti ma per la Provincia autonoma di Trento la soglia è abbassata a 3mila). Alle urne 25 capoluoghi di provincia (tra cui Padova, Verona, Parma, Frosinone, Lecce, Oristano) di cui 4 di Regione: Palermo, Genova, Catanzaro e L’Aquila. Molte incognite sull’affluenza. Cinque anni fa le elezioni comunali che si tennero il 6 e 7 maggio, con turno di ballottaggio il 20-21 maggio, registrarono un crollo poderoso dell’affluenza che raggiunse il 63,5%, in calo di oltre 8 punti rispetto al passato. Non solo, ma il crollo fu più consistente al Centro-Nord rispetto al Sud. Nei 10 capoluoghi settentrionali al voto la partecipazione fu appena del 60% con un calo di 8,1 punti, maglia nera a Genova (55,5%). Non andò meglio al ballottaggio con il dato storico più basso di sempre: il 51,4% degli elettori ma appena il 45,1% nei 19 capoluoghi al voto. Nelle principali città, dunque, più di un elettore su due restò a casa. Difficile dire cosa accadrà domani. Alle amministrative dell’anno scorso l’affluenza ha tenuto: 62,14%, un calo di cinque punti rispetto alla tornata precedente ma non il crollo.
Di certo per il centrosinistra si tratta di un banco di prova molto importante perché in ballo c’è il ‘tesoretto’ di 16 sindaci uscenti – tra cui quelli di Genova Marco Doria, che non si ricandida, e di Palermo Leoluca Orlando, che invece corre di nuovo -, mentre il centrodestra parte con sei primi cittadini, tra cui Sergio Abramo che si ripresenta a Catanzaro. A Verona Flavio, dopo dieci anni, lascia alla compagna, la senatrice Patrizia Bisinella, il compito di tentare l’impresa sotto le insegne di Fare!. A Parma ci riprova Federico Pizzarotti, ex Movimento cinque stelle e ora di nuovo in campo per il secondo giro, appoggiato da una parte di Sinistra italiana e dai Radicali. Quasi ovunque il Pd, forte di un ‘pacchetto’ di 16 sindaci uscenti, si presenta alla sfida in coalizione con varie forze di sinistra e anche Forza Italia è in coalizione insieme con Lega Nord e Fratelli d’Italia. Da solo, come sempre, il Movimento 5 stelle. Ma ci sono distinguo ed eccezioni. Nel capoluogo ligure il candidato dem Gianni Crivello non potrà contare sui voti di Sel (il partito dell’uscente Marco Doria) che ha deciso di andar per conto proprio. Sul fronte opposto, a Palermo, l’azzurro Fabrizio Ferrandelli dovrà vincere la concorrenza intestina di Ismaele La Verdera, sostenuto da Fratelli d’Italia e Noi con Salvini. A Genova un test sulla salute dei Cinquestelle: nel capoluogo ligure Luca Pirondini, imposto da Beppe Grillo dopo il ripudio della candidata vincitrice delle primarie on line Marika Cassimatis, dovrà affrontare la sfida in una città tradizionalmente governata dal centrosinistra.
A Padova l’ex grillino Alessio Farinella (sostenuto dalla senatrice De Pin), con la sua Riscossa Italia, proverà a sottrarre voti al candidato ufficiale Simone Borile, vincitore delle ‘comunarie’. In tempi duri per la credibilità dei partiti è boom di liste civiche, basti pensare che a Bettola, paese Natale dell’ex segretario Pd Pierluigi Bersani (che però vota a Piacenza), i 4 candidati a sindaco sono tutti ‘civici’. In Calabria, invece, a San Luca, comune sciolto nel 2013 per infiltrazioni della criminalità organizzata, nessuna lista. Record candidature a Taranto: 12 aspiranti alla poltrona di primo cittadino e un esercito di futuri consiglieri, con ben 39 liste. Anche a Verona la sfida è a 10 con venticinque liste di cui diciotto sono civiche. In tutti i comuni al voto (161 superiori ai 15 mila abitanti e 844 inferiori) i seggi resteranno aperti per la sola giornata di domenica dalle 7 alle 23. In termini assoluti, il numero più alto di elettori (almeno a stare alla rilevazione del 31 dicembre 2016) risulta essere in Sicilia, a quota 1.545.694, distribuiti in 129 comuni. Al secondo posto la Lombardia, con 1.158.821 elettori e 139 città, seguita dal Veneto (997.642 e 87), dalla Puglia (885.113, 54), dalla Campania (810.443, 88), dalla Liguria (655.613, 19), dal Piemonte (532.324, 96) e dal Lazio (530.260, 55). Al momento ammontano a 132 i comuni che andranno alle urne perché commissariati. Si voterà anche in 11 nuovi comuni nati a seguito di processi di fusione. Il comune più piccolo è Blello (BG): 71 abitanti al dicembre 2015.
COME SI VOTA I seggi saranno aperti oggi dalle 7 alle 23, è necessario recarsi al proprio seggio (indicato sulla tessera elettorale), muniti di un valido documento di identità e della scheda elettorale. Come al solito le regole sul voto cambiano a seconda della grandezza del Comune. Nei Comuni fino a 15 mila abitanti si può tracciare un segno solo sul candidato sindaco, solo sulla lista collegata al candidato sindaco o anche sia sul candidato sindaco che sulla lista collegata al medesimo candidato sindaco: in ogni caso il voto viene attribuito sia alla lista di candidati consiglieri che al candidato sindaco. È eletto sindaco il candidato che ottiene più voti (maggioranza relativa). Nei Comuni con più di 15 mila abitanti si può tracciare un segno solo sul candidato sindaco (in questo caso il voto viene attribuito solo al candidato sindaco). Oppure tracciare un segno solo su una delle liste collegate al candidato sindaco o anche sia sul candidato sindaco che su una delle liste collegate al medesimo candidato sindaco (in entrambi i casi la preferenza viene attribuita sia al candidato sindaco che alla lista di candidati consiglieri). Una terza possibilità è il voto disgiunto: si può tracciare un segno sul candidato sindaco ed un altro segno su una lista non collegata (in questo caso il voto viene attribuito sia al candidato sindaco che alla lista non collegata). È eletto sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50% più uno). Nel caso tale soglia non sia raggiunta, i due candidati con più preferenze vanno al ballottaggio del 25 giugno: vincerà il più votato tra i due.