Cronaca

Nozze combinate, la ribellione di Rashida sottratta alla famiglia

L’hanno chiamata convenzionalmente Rashida. E’ la ragazzina 15enne di origini egiziane che a Torino è stata sottratta dal Tribunale dei minori alla famiglia che le aveva combinato un matrimonio con uno sconosciuto di 25 anni, che poi l’avrebbe fatta tornare a vivere in Egitto. Il suo caso oggi oltre che a far parlare le cronache ha interessato anche i commenti dei politici, come Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Secondo la ricostruzione della questura di Torino, la ragazza, sollecitata da una compagna di scuola che ne aveva raccolto le confidenze, ha telefonato nei giorni scorsi al Servizio 114 Emergenza Infanzia per segnalare che i suoi genitori la volevano dare in sposa contro la sua volontà a uno sconosciuto venticinquenne.

Il commissariato di Barriera di Milano ha rintracciato la ragazza e i poliziotti l’hanno ascoltata presso la sua scuola, un istituto superiore dove frequenta con profitto il primo anno, alla presenza del preside. Tutto era già pronto per la cerimonia di fidanzamento, che si sarebbe svolta di lì a tre giorni, la domenica seguente, ha raccontato la giovane: compreso il banchetto nuziale e il vestito rosso acquistato direttamente dal promesso sposo. In lacrime la ragazza ha riferito di aver tentato il suicidio, tagliandosi i polsi, qualche giorno prima, assicurando che lo avrebbe rifatto, se costretta a sposarsi contro la sua volontà. La ragazza era destinata a tornare in Egitto, dove però avrebbe vissuto solo con la suocera, mentre il marito avrebbe lavorato e badato a lei. In accordo con il Tribunale di Minorenni, i poliziotti hanno individuato, tramite l`Ufficio Minori del Comune di Torino, una comunità idonea ad ospitare la giovane. A distanza di qualche giorno gli agenti del commissariato sono andati a trovarla: Rashida è apparsa serena e ha anche ripreso ad andare a scuola.

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