Nucleare Iran, i dubbi degli esperti sull’accordo con Teheran

Nucleare Iran, i dubbi degli esperti sull’accordo con Teheran
23 luglio 2015

L’affermazione dell’amministrazione Obama secondo cui l’accordo sul nucleare iraniano prevede inconfutabili e sicure procedure di verifica è stata messa in dubbio da diversi esperti di energia atomica che hanno una lunga esperienza come osservatori del programma di Teheran. Il segretario all’Energia americana ha insistito sul fatto che ha insistito più volte sul fatto che Teheran non avrebbe abbastanza tempo per nascondere le tracce di eventuali attività illecite prima che gli ispettori Onu arrivino sul posto. Tuttavia diversi esperti – tra cui ex funzionari della Agenzia internazionale per l’energia atomica – sostengono che la finestra di 24 giorni sia troppo estesa e possa dare la possibilità al governo iraniano di nascondere eventuali prove. Lo scrive il New York Times citando diversi esperti. Tra questi Olli Heinonen, ex vicedirettore dell’agenzia, ha fatto sapere che in questo breve lasso di tempo Teheran non potrà far sparire tracce di arricchimento su larga scala, ma che potrebbe invece eliminare altre attività nucleari minori, come ad esempio la produzione di uranio per creare una bomba atomica.

Dello stesso parere è anche David Albright, presidente dell’Institute for Science and International Security ed ex ispettore sulle armi in Iraq. Di fatto secondo gli scienziati l’Iran potrebbe dedicarsi a produzioni di minore scala per non essere scoperto e così arrivare comunque alla produzione di un’arma atomica. Proprio le ispezioni all’interno dei siti sospetti sono state uno dei punti più difficili da far digerire a Teheran che da sempre si è detta contraria ai controlli nelle basi militari. Alla fine a Vienna è prevalso l’accordo sui 24 giorni, un tempo che prevede una notifica da parte degli ispettori, una risposta in dieci giorni delle autorità del paese, e la visita dopo due settimane. “Ispezioni senza avviso sarebbero state impossibili, ma un limite più corto di 24 giorni sarebbe stato migliore”, ha detto Robert J. Einhorn, ex funzionario del dipartimento di Stato americano. Intanto dopo l’approvazione dell’intesa da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in questi giorni anche iL Congresso americano ha iniziato a valutare il documento. Proprio oggi il repubblicano JohnBoehner, speaker della Camera, ha fatto sapere che farà di tutti per non far passare l’accordo.

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