Nugnes (M5s): “In questa manovra c’è molto che non va”

Parla la senatrice che tra l’altro boccia senza mezzi termini la centrale unica di progettazione

Paola Nugnes

“Questa manovra finanziaria e’ molto attesa e molto voluta dagli italiani. Ed e’ per questo che credo sia giusto appoggiarla nelle sedi istituzionali. Purtroppo pero’ c’e’ anche molto che non va”. Lo scrive Paola Nugnes, senatrice del Movimento 5 Stelle, in un post su Facebook”. “Tra le cose che ho potuto approfondire, sicuramente mi preme sottolineare l’istituzione della centrale unica di progettazione, un lutto per la cultura architettonica e per le esigenze di questo Paese che presenta diversificazioni paesaggistiche e architettoniche estremamente varie. Grazie ad un lavoro con il Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, abbiamo presentato un emendamento a mia prima firma al fine di sostituire la suddetta Centrale di Progettazione (che svilisce e standardizza il progetto proprio quando la discussione generale lo voleva rimettere al centro) con un organo che programmi concretamente le opere”.[irp]

Per la senatrice pentastellata, altra questione che potra’ avere conseguenze “nefaste in termini di clientelismo e’ l’innalzamento delle soglie (da 40 a 200mila euro) degli affidamenti pubblici diretti. Cio’ rischia di ridurre il contrasto alla corruzione e lo scambio politico. C’e’ poi la possibilita’ di cambio di destinazione d’uso degli edifici pubblici venduti dallo Stato, un provvedimento che rischia di snaturare i centri storici delle citta’. In questo modo – continua Nugnes -, sottraendo la decisione agli enti comunali, si potra’ demolire e ricostruire consentendo cambio di destinazione d’uso secondo il Piano Territoriale. Infine, e mi fermo qui ma si potrebbe andare oltre, c’e’ la questione delle autonomie, un vero passo falso a scapito del Sud in quanto permetterebbe, se non adeguatamente contrastato, che la quantita’ di soldi che lo Stato trasferisce alle Regioni dovranno essere considerati in base non solo al fabbisogno territoriale, ma anche secondo il gettito fiscale pro capite: e’ facile immaginare che le Regioni piu’ ricche come il Veneto avranno ancora piu’ servizi e assistenza, mentre quelle povere (ossia quelle del Sud) ne avranno ancora meno”, conclude Nugnes.[irp]