Rischia di riaccendersi lo scontro tra Francia e Iran. Il numero di Charlie Hebdo in cui sono state ripubblicate le vignette di Maometto, è in ristampa. Lo ha fatto sapere oggi all’Afp il quotidiano satirico francese. Il numero uscito mercoledì, che pubblica in prima pagina le controverse caricature, era stato stampato in 200.000 copie (tre volte il volume abituale) che sono state tutte vendute dal primo giorno, ha spiegato un dipendente del giornale. Duecentomila copie sono in fase di ristampa e saranno disponibili da sabato, ha detto la stessa fonte. Per il fumettista Juin, che si è unito a Charlie Hebdo dopo l’attacco del 7 gennaio 2015, dove i pilastri del giornale sono stati uccisi dai jihadisti, “dimostra che siamo sostenuti, che la libertà di espressione, la laicità, il diritto alla bestemmia non sono valori obsoleti e che sono sostenuti dai francesi che hanno scelto di acquistare questo numero”.
La redazione di Charlie Hebdo ha ritenuto che questi documenti costituissero “elementi di prova”, la cui comprensione era necessaria, mentre il processo degli attentati del gennaio 2015, compreso quello che ha colpito Charlie Hebdo, si è aperto mercoledì a Parigi. “La gente ha visto che c’era un problema dietro a questi omicidi e ha voluto affermare la propria posizione in relazione ai discorsi che possiamo sentire da alcuni politici, o da certe persone, che si rivelano essere comunitaristi o separatisti”, ha aggiunto Juin, intervistato da Afp. Immediata la reazione dell’Iran che ha definito la ripubblicazione delle caricature del profeta Maometto da parte del giornale satirico francese Charlie Hebdo, “una provocazione, un insulto” per tutti i musulmani. In concomitanza con l’apertura del processo per gli attentati jihadisti contro la rivista, in cui morirono 17 persone, Charlie Hebdo ha ripubblicato le vignette su Maometto che suscitarono la rabbia con la quale furono motivati gli attacchi jihadisti. Nel 2015 l’Iran aveva condannato l’attacco contro Charlie Hebdo, pur definendo offensivi i disegni e denunciando l’abuso della libertà d’espressione. “Ogni insulto o mancanza di rispetto contro il Santo Profeta dell’Islam e tutti gli altri profeti divini è assolutamente inaccettabile”, scrive ancora il comunicato.