Politica

Nuova Ue, Meloni: “La logica del consenso scavalcata da quella dei caminetti”

Nell’Aula di Palazzo Madama è stato un pomeriggio intenso, segnato da vivaci confronti politici e dibattiti serrati in vista del prossimo Consiglio europeo. Con un voto di 93 favorevoli e 54 contrari, è stata approvata la risoluzione presentata dalla maggioranza, guidata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Le tensioni non sono mancate, con ogni gruppo di opposizione che ha avanzato la propria proposta: Iv, M5S, Azione, Avs e Pd hanno tutti contribuito al dibattito.

La giornata è stata caratterizzata dalle comunicazioni di Meloni, incentrate su un appello a un cambiamento radicale nelle politiche europee. “Serve un approccio più pragmatico e meno ideologico da parte di Commissione e Parlamento europeo”, ha sottolineato la presidente del Consiglio, criticando le iniziative della Commissione che ritiene ostili al sostegno della demografia. Riguardo alle critiche sulle politiche europee, Meloni ha dichiarato: “Penso che sia disgregante la linea politica di chi ha come priorità mettere all’angolo intere nazioni”. Ha enfatizzato la necessità di un’Europa che risponda alle sfide attuali con maggiore efficacia e inclusività.

“Se c’è un dato indiscutibile che arriva dalle urne è la bocciatura delle politiche portate avanti dalle forze politiche al governo in molti della grandi nazioni europee, che sono anche in molti casi le forze che hanno impresso le politiche europee degli ultimi anni”. La presidente del Consiglio ha citato le percentuali ottenuti nei singoli Paesi Ue dai partiti di governo: “16% in Francia, 32% in Germania, in Spagna il 34%”. “Solo in Italia – ha aggiunto – il 53% degli eletti è espressione delle forze di governo”. “Penso che” la nuova presidenza della Commissione “dovrebbe pensare a una delega specifica alla sburocratizzazione per dare un segnale” di cambiamento.

Il voto alla Camera ha replicato il sostegno alla risoluzione della maggioranza, con 178 voti a favore e 98 contrari. Meloni ha poi commentato l’esito delle recenti elezioni europee, evidenziando un chiaro messaggio di cambiamento proveniente dagli elettori: “Dalle urne è arrivato un messaggio chiaro e non intendiamo farlo cadere nel vuoto”. La discussione si è estesa anche al tema migratorio, con la presidente del Consiglio che ha enfatizzato la necessità di difendere i confini esterni e contrastare il traffico di esseri umani. Ha proposto un approccio basato sulla cooperazione con paesi terzi per affrontare le cause profonde della migrazione e garantire l’accesso legale in Europa, respingendo il ruolo degli scafisti.

Meloni ha concluso la sua replica all’Aula del Senato criticando le logiche burocratiche dell’UE e auspicando un cambiamento significativo nella gestione dei flussi migratori e delle politiche economiche. Il prossimo passo, ha suggerito, dovrebbe essere un impegno concreto per sburocratizzare l’Unione Europea e rendere le sue politiche più attrattive ed efficienti per le imprese. Il confronto odierno non è solo un momento di decisione politica, ma segna un punto di svolta nelle dinamiche europee, con la presidente del Consiglio che promette azioni concrete e un’Europa più reattiva alle esigenze dei suoi cittadini. In sostanza, l’Aula ha parlato chiaro: il vento del cambiamento soffia forte a Palazzo Madama, con Meloni determinata a guidare un’Europa diversa e più responsiva.

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